«Idro, Governo sblocchi la vicenda livelli Chiese»

Regione Lombardia chiede una soluzione definitiva ad un problema, quello del rilascio dell'acqua del fiume da parte di Trento, che compromette l'agricoltura valligiana.

(red.) Gli assessori regionali Gianni Fava (Agricoltura), Viviana Beccalossi (Territorio) e Claudia Terzi (Ambiente) hanno chiesto agli omologhi ministri del Governo centrale dell’Agricoltura e dell’Ambiente di intervenire sulla Provincia di Trento, perché sblocchi la vicenda del Lago d’Idro (Brescia), evitando così effetti negativi su tutta l’agricoltura lombarda.
La vicenda nasce dal fatto che la Provincia di Trento, che gestisce i bacini d’acqua dell’Alto Chiese, non ne rilascia una sufficiente quantità, compromettendo i livelli del Lago d’Idro. Tutto questo provoca un mancato rilascio, da parte dello stesso Lago, del quantitativo d’acqua sufficiente per le campagne bresciane e mantovane già a partire dal 12 e 13 agosto prossimi. Il mancato rilascio rischia di provocare, a sua volta, la perdita totale delle produzioni agricole su 25.000 ettari alimentate dal Chiese. Questa forte riduzione potrebbe presentare rischi anche per l’igiene e la salute pubblica di tutte le aree incluse nel bacino del Basso e Medio Chiese, compresa la zona orientale della città di Brescia, cui verrebbero meno le risorse necessarie per una costante presenza d’acqua nei canali di dilavamento.
«Questa situazione di stallo è tanto preoccupante per il comparto agricolo lombardo quanto paradossale per i suoi contorni e gli sviluppi che sta avendo” ha affermato Gianni Fava. «E’ preoccupante, perché le aziende agricole insediate in quei 25.000 ettari di territorio lombardo a valle del Lago d’Idro, rischiano di rimanere senza gli approvvigionamenti idrici necessari per la loro attività”. “E’ paradossale, perché nei bacini dell’Alto Chiese – prosegue Fava – c’è la disponibilità di ingenti quantità di risorsa idrica (stimabile ad oggi in circa 40 milioni di mc), che sarebbero ampiamente sufficienti a soddisfare anche le esigenze irrigue di valle».
Delineando una possibile soluzione «Ho scritto al ministro delle Politiche agricole e al ministro dell’Ambiente- ha aggiunto Fava- «con il quale ho cercato perfino un contatto telefonico ma, ad ora, non abbiamo alcun riscontro dai palazzi romani, che non sembrano interessati alla vicenda». «Mi auguro, che al danno delle forti piogge dei mesi scorsi – ha detto ancora l’assessore all’Agricoltura – non si aggiunga la beffa della siccità dovuta al mancato rilascio dell’acqua da parte della Provincia autonoma di Trento; sarebbe un colpo letale per l’agricoltura lombarda». «Infine -ha concluso Fava – auspico che il ministro Orlando, esponente di un partito che fino a ieri si è battuto per la proprietà pubblica dell’acqua, dimostri sensibilità rispetto al tema e interessi per tempo il Governo alla vicenda».
«Trento non può permettersi di fare quello che vuole a danno dei nostri agricoltori» ha spiegato Claudia Terzi. «Prendiamo atto che questo è il loro modo di rapportarsi con Regione Lombardia – ha proseguito il responsabile all’Ambiente – e ci adegueremo di conseguenza. Stiamo già prendendo seriamente in considerazione l’ipotesi di rivedere gli accordi fra Regione Lombardia e Provincia di Trento sulle concessioni idroelettriche che interessano fiumi lombardi». «Vediamo – ha cocnluso Terzi – «se si convinceranno a scendere a più miti consigli».
«In questa situazione, che si ripete periodicamente – ha detto Viviana Beccalossi – serve senso di responsabilità da parte di tutti gli attori istituzionali in gioco. Sono certa, che, basandosi su questo principio, prevarrà una soluzione in grado di non far prevaricare gli interessi di una sola parte, dato che stiamo parlando di un bene prezioso per l’ambiente, l’economia turistica e agricola e che quindi va gestito con la massima sensibilità».

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