Inquinamento, un’altra “macchia” nel Garda

Avvistata una chiazza giallo-marrone in località Rio Brasa a Tremosine. Il tratto fognario scarica nel lago. La Procura: ”Grave pericolo per la salute pubblica”.

(red.) Non sembra ancora risolto il problema inquinamento sul Garda bresciano. Dopo lo sversamento di liquami zootecnici  che ha interessato Padenghe in giugno, questa volta a far parlare di sé è una grossa chiazza maleodorante dal ben poco rassicurante color giallo-marrone che è stata avvistata a Tremosine, in località Rio Brasa, dove si trova il depuratore dell’alto lago.
Avvistata dalla squadra nautica Riva del Garda della questura di Trento, la macchia inquinante è stata immediatamente portata all’attenzione della Procura di Brescia, portando il Pm Antonio Chiappani a disporre l’acquisizione della documentazione relativa a interventi e lavori di ripristino e regolarizzazione dell’impianto in loco. Secondo Garda Uno, azienda che si occupa di collettamento e depurazione delle acque reflue, all’origine del problema ci sarebbero i fanghi del depuratore, ma anche lo sversamento di liquami e rifiuti organici provenienti dalla fognatura di Tremosine.
Il depuratore in questione, gestito da Saccecav, è stato costruito in una galleria dismessa con un investimento da 6 milioni di euro. A febbraio, l’impianto è stato interessato da una frana proveniente dalla montagna in località Rio Brasa che ha ostruito l’unico accesso alla struttura e spezzato il tronco fognario di Tremosine che, da quel momento, scarica nel lago. Come se ciò non bastasse, la montagna minaccia di franare ancora. Responsabilità a parte, la certezza rimane una sola: la chiazza c’è ed è pericolosa per la salute dei cittadini e dell’ambiente.

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