Lago d’Iseo invaso da un fiume di metallo

Nuove ipotesi sull’origine della macchia di colore rossastro che galleggiava sulle acque del Sebino. Si trattava di sostanze provenienti dal fiume Oglio.

(red.) La piena del fiume Oglio potrebbe aver causato uno spostamento di  boro, ferro e alluminio, depositatisi nel tempo nel fiume, che avrebbero poi iniziato a penetrare nel lago bresciano, dove era comparsa una chiazza oleosa non meglio identificata.
Secondo la relazione stilata dall’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente (Arpa), l’analisi chimica dei campionamenti effettuati in tre differenti postazioni del lago il 17 e il 19 aprile, avrebbe evidenziato un’alta concentrazione di metalli inquinanti: fra questi, proprio il ferro sarebbe il responsabile del colore rossastro assunto dalle acque in quei giorni.
Confrontando i dati raccolti con quelli del 17 ottobre 2012, l’aumento dei valori di metallo, espressi in microgrammi per litro, è quantomeno considerevole.
Sempre nella stessa relazione, viene evidenziato quanto i controlli effettuati nei depuratori pubblici e negli stabilimenti industriali della parte nord del lago non abbiano evidenziato irregolarità. Inoltre, dopo i rilievi del 17 e del 19 aprile, ne sono stati fatti altri il 22 e il 23, durante i quali, però, non sono state evidenziate alte concentrazioni metalliche. Dall’analisi dei prelievi effettuati il 29 aprile in nove punti del fiume Oglio, risulta che per tutto il fiume ci fosse un’elevata concentrazione di ferro e alluminio. Lo stesso giorno, però, il Sebino era “pulito”. Resta quindi da fare chiarezza sulla situazione.

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