“Case famiglia per gli anziani in difficoltà”

Tra le proproste del candidato sindaco del centrosinistra di Brescia per gli over 75enni anche un sistema di welfare partecipato nei quartieri.

(p.f.) Tredici milioni in meno di spesa sociale e 68 posti letto in meno per gli anziani di Brescia. Questo il bilancio di cinque anni di amministrazione Paroli, sintetizzato in due numeri dal candidato Pd, già consigliere comunale negli ultimi cinque anni, Fabio Capra.
“La spesa sociale dal 2008 al 2012 è passata da 54 milioni a 41,9 milioni, con un calo di 13 milioni”, ha spiegato, “mentre il numero dei posti che, secondo la progettazione di Corsini dovevano essere 250 con la nuova sede per gli anziani Arici Sega, saranno in realtà 182, perché il centrodestra ha chiuso due case di riposo. Tra l’altro, proprio l’Arici Sega, che sarà inaugurata nei prossimi giorni, con grande ritardo, è un progetto del centrosinistra”.
In questo quadro, si inseriscono le proposte di Emilio Del Bono per gli anziani, che parte da due dati: a Brescia gli ultra-75enni sono 29 mila, gli ultra-65enni 45mila. “Le politiche per la popolazione anziana”, ha spiegato il candidato sindaco del centrosinistra, “devono ispirarsi alla scelta dell’integrazione socio-sanitaria e della collaborazione con tutte le realtà a diverso titolo impegnate nel settore, dalle istituzioni all’associazionsimo”.
Primo punto, sperimentare modelli di welfare partecipato nei quartieri, come supporto agli interventi comunali, per sviluppare e gestire servizi domiciliari o diurni attraverso un’interazione fra Comune, realtà associative, parrocchie e cittadini. “Si deve poi valutare la fattibilità di costituire vere e proprie fondazioni aperte, in cui partecipino soggetti pubblici e privati, per promuovere servizi, housing sociale, forme di socializzazione”. Importanti saranno anche i progetti di promozione della salute, dall’attività motoria alla corretta alimentazione, e il completamento dei centri diurni di socializzazione in tutti i quartieri, usando eventualmente anche le sedi delle circoscrizioni.
“Si deve, inoltre, verificare l’efficacia di forme di residenzialità alternative alle Rsa, come nuclei di alloggi protetti, presenti sul territorio comunale e prevederne l’ampliamento. Credibile è l’idea di case famiglia per anziani o la possibilità di coabitare con la rete parentale. Se l’amministrazione dovesse mettere in atto uno sforzo economico per favorire queste soluzioni, ne avrebbe beneficio in termini di minor spesa sociale”.
Ultimo, ma non per importanza, l’istituzione di un Fondo municipale per la non autosufficienza, per le famiglie che assistono persone in grave condizione di dipendenza. “La soluzione”, ha concluso Del Bono, “sarà nella formula di servizi agli anziani che li tenga ancorati ai quartieri, quindi l’assistenza domiciliare e i centri diurni sono gli strumenti da mettere in campo dei prossimi anni”.
Riguardo al ruolo della Fondazione Brescia Solidale, istituita nel 2006 dal Consiglio Comunale per gestire le Rsa, Capra aggiunge che, visto il blocco delle assunzioni in Comune, “si può pensare di aprire la Fondazione anche ad altri soggetti, in modo che possa gestire anche altri servizi, come l’assistenza domiciliare”.

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