Lago d’Iseo: via la macchia, resta il mistero

Servono ancora alcuni giorni per conoscere l’esito della analisi dell’Arpa. Tra le ipotesi, la possibilità che la chiazza sia stata originata dalla frana di Sonico.

(red.) Come ha annunciato mercoledì il direttore dell’Arpa di Brescia, Giulio Sesana, i primi esami standard sono nella norma, ma serve ancora tempo per classificare la composizione dell’enorme chiazza comparsa sabato 13 aprile sulle acque del Sebino.
Sempre a detta di Sesana, il materiale prelevato è in disfacimento, e solo tra qualche giorno sarà possibile attribuire alla massa un nome. Insomma, ai tecnici serve altro tempo per stabilire l’esatta origine del fenomeno.
Per arrivare alla soluzione dell’enigma è necessario stabilire l’esatta origine e composizione della macchia. Sesana ha puntualizzato che la prima trance di indagini ha fornito gli esiti di indagini che si possono classificare come standard. Bisognerà però attendere ancora alcuni giorni per stabilire con chiarezza a cosa sia attribuibile l’origine della chiazza.
Resta ancora da accertare una delle primissime ipotesi: il fenomeno naturale di rovesciamento delle acque. Potrebbero essere i nuovi esami condotti con speciali strumentazioni, in grado di campionare le acque in profondità, a suffragarla o a confutarla. Come ha spiegato Sesana, per il responso di questa nuove analisi sarà necessari attendere ancora, almeno fino alla prossima settimana.
Gli occhi sono puntati anche più a nord del Sebino, rivolti alla frana di Sonico. Quindi, alle mille ipotesi fatte, si è aggiunto anche il sospetto che la massa di materiale ignoto che ha galleggiato per giorni sulle acque del lago abbia come provenienza proprio lo smottamento verificatosi nella Val Rabbia.
Nei giorni scorsi da Sonico sarebbe discesa un’eccessiva quantità di limo che starebbe anche alla base delle problematiche registrate di recente alla centra elettrica di Gratacasolo.
Si tratta sempre di ipotesi e di supposizioni. E mentre la Procura di Brescia ha ascoltato come persona informata dei fatti Dario Balotta, presidente di Legambiente Basso Sebino, la questione è approdata anche negli uffici della Provincia. Per martedì è prevista una seduta speciale della commissione Ambiente, su iniziativa del consigliere Diego Invernici. Alla seduta, che si terrà a palazzo Broletto, prenderanno parte anche i due enti che da giorni operano per attribuire un’identità e una provenienza alla macchia del lago: Arpa e Asl di Brescia.
Per ora il giallo rimane irrisolto.

Brescia, nuovo volto alla maternità del Civile

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di QuiBrescia, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.