Smog e Pm5 daneggiano il Dna dei bambini

Sono i dati preliminari di uno studio effettuato su 152 bimbi che frequentano le scuole comunali dell'infanzia di Brescia. Il particolato fine è genotossico.

(red.) L’inquinamento atmosferico produce mutazioni genetiche nelle cavità orali dei bambini.
Sono i  dati preliminari dello studio intrapreso due anni fa su 224 piccoli bresciani, di età compresa tra i 3 ed i 6 anni, che frequentano sei scuole dell’infanzia comunali, e che sono stati oggetto di un’indagine inserita nel progetto “Respira” (Rischio esposizione inquinamento aria atmosferica) realizzato dall’Unità di Igiene, Epidemiologia e Sanità pubblica afferente al Dipartimento di specialità medico-chirurgiche, Scienze radiologiche e sanità pubblica dell’Università degli Studi di Brescia, in collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria meccanica e industriale dell’Università, con il patrocinio del Comune di Brescia. Lostudioèfinanziato da Regione Lombardia e dal Q-Tech Research and Study Centre dell’Università di Brescia e si concluderà a dicembre del 2013. I risultati preliminari vengono presentati questo giovedì nel corso di un convegno intitolato “Aria e salute: gli effetti dell’inquinamento atmosferico sulla salute”.
Come riferisce il Giornale di Brescia, sono stati presi in esame i bimbi che frequentano le scuole comunali dell’infanzia distribuite su tutto il territorio cittadino per indagare se e in che misura si verificano effetti mutageni sulla cavità orale a seguito dell’inquinamento atmosferico. Ovvero, gli studiosi hanno cercato di capire se esistono conseguenze dannose al Dna che possano favorire l’insorgenza di tumori.
E’ stato scelto di analizzare le conseguenze sui bambini perché soggetti più deboli e anche perché un eventuale danno genotossico può favorire lo svilupparsi di malattie in età adulta.
Le analisi preliminari dei campioni ambientali hanno mostrato come il Pm 5 (particolato fine) contiene idrocarburi policiclici aromatici e metalli, che possono generare conseguenze genotossiche. I risultati preliminari del test (per ora l’unico) condotto sulle cellule prelevate dalla mucosa orale di 152 bambini di tre scuole (su 224) indicano che il livello di danno al Dna è simile a quello rilevato in altre zone urbane. I dati dovranno essere completati, ma i primi risultati non sono certo rassicuranti.

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di QuiBrescia, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.