Caffaro, sette azioni per una soluzione possibile

Sono quelle proposte dalla lista “Brescia solidale e libertaria” che giovedì è tornata a Chiesanuova, nel parco pubblico di via Fura, per un flash mob di protesta.

(p.f.) Sul caso Caffaro una soluzione è possibile. Ne è convinta la lista “Brescia solidale e libertaria” che nella mattina di giovedì 11 aprile è tornata a Chiesanuova, nel parco pubblico di via Fura, per un flash mob di protesta.
Una decina di componenti della lista, con indosso una simbolica tuta bianca protettiva e mascherina, ha recintato il giardino che, nonostante sia in vigore l’ordinanza che impedisce di calpestare l’erba, è aperto al pubblico. Non solo, ma per raggiungere i giochi, i bambini devono necessariamente calpestare l’erba, perché non ci sono passerelle che consentano il passaggio senza entrare in contatto col prato. Sui nastri di recinzione, poi, sono stati attaccati dei cartelli che spiegano in varie lingue il pericolo Pcb. Secondo i militanti della lista, che correrà alle prossime amministrative di Brescia, i cartelli predisposti dal Comune per segnalare il pericolo contaminazione, non sarebbero infatti molto chiari.
“La questione ambientale, anche per quel che riguarda la Caffaro”, ha spiegato Giovanna Giacopini, candidata sindaco “era stata già inserita nel nostro programma elettorale in tempi non sospetti, prima della trasmissione di Rai3”.
Sette le proposte per dare una risposta ai cittadini: azzeramento del tavolo sulla Caffaro e formazione di un nuovo tavolo con partecipazione democratica di tutta la cittadinanza e le sue rappresentanze auto-organizzate; creazione di una commissione scientifica composta da ricercatori e docenti universitari specializzati; utilizzo dei fondi già disponibili (6milioni di euro) per le opere di bonifica in loco e di recinzione, con opportune barriere attorno alle aree contaminate, che costituiscono un grave pericolo per la salute; sospensione di qualsiasi opera del comparto Milano e delle aree ad est ed ovest del Freccia Rossa; screening di tutti gli abitanti con particolare riguardo alle puerpere e alle prossime partorienti, considerata la forte probabilità del latte materno di risultare contaminato; richiesta alla Cassa Depositi e Prestiti di un intervento di urgenza e richiesta di ulteriori risorse economiche allo Stato ed all’Unione Europea per la bonifica complessiva; distribuzione capillare di un documento informativo di validità scientifica a tutta la cittadinanza, con i dati sulle aree inquinate e sui pericoli. “Il nostro è un programma partecipato”, ha concluso Giacopini, “per cui tutti possono dare il loro contributo scrivendoci su Facebook o sul nostro blog”.

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