Asl Brescia: “Caffaro, Pcb nel sangue in calo”

I livelli di veleni riscontrati 10anni fa all'inizio del monitoraggio sui residenti nella zona sono scesi del 20-30% in media. Venerdì si riunisce un Comitato scientifico.

(red.)  I livelli di Pcb nel sangue dei bresciani residenti nel sito Caffaro è in calo. Il dato emerge dagli ultimi campionamenti effettuati dall’Asl di Brescia nel dicembre 2012 su 100 persone, che, da dieci anni, ovvero dal 2002 erano sotto osservazione.
Come riferisce Il Corriere della Sera, dal 2008 il livello di veleni nel sangue dei residenti è calato, anche in modo significativo: in media del 20-30 per cento, con punte del 40 per cento. Tuttavia un report statistico significativo si avrà al termine di una comparazione completa.
Dieci anni fa ai residenti nel sito Caffaro era stata riscontrata una media di 82 picogrammi di Pcb, che saliva a 419 per gli agricoltori ed i loro familiari che avevano consumato carne  e latte da animali contaminati con l’erba delle rogge inquinate dell’azienda chimica.
Per i bresciani che vivevano fuori dalla zona Caffaro, tuttavia, la situazione non era migliore in quanto i livelli di Pcb riscontrati erano pari mediamente a 54 picogrammi, più alta della media dei residenti di Seveso, teatro negli anni’70 del disastro ambientale dell’Icmesa e, anche dei residenti (attuali) di Taranto dove sorge l’altro impianto “incriminato” dell’Ilva.
Tra i punti critici ancora irrisolti il divieto di consumare ortaggi nella zona contaminata e di non far giocare i bambini nei parchi. Divieti che dovrebbe essere l’amministrazione comunale a far rispettare e su cui il Comune dovrebbe vigilare.
Venerdì pomeriggio si riunisce il Comitato tecnico scientifico formato da Asl, Arpa, Comune, Provincia, istituto zooprofilattico e università. Obiettivo prioritario la necessità di interrompere la fuoriuscita di inquinanti dall’azienda chimica.

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