Arcai: “Brescia esempio della cultura in Italia”

L'assessore fa il punto su quanto realizzato dal Comune in questi anni. "Passati dalla monocultura delle grandi mostre a percorsi diversificati con l'apporto di tutti"

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(red.) “Abbiamo lavorato con tutti e per tutti per una Brescia di tutti”.
L’assessore alla cultura Andrea Arcai fa il punto sulla situazione della cultura a Brescia e su quanto è stato fatto in questi anni dall’assessorato. “Le mostre, i convegni, il rilancio di Santa Giulia, l’introduzione dell’animazione attraverso l’eloquenza del virtuale che ci permette di accedere alla storia. E un’attività che ferve, che si estende dai palazzi della cultura bresciana ad ogni centro di produzione. E’ con soddisfazione che, con la valorizzazione del contemporaneo e dell’antico, Brescia ha trasformato in realtà le linee del Piano regolatore della cultura, del quale si è dotata immediatamente la Giunta, in un periodo coincidente con l’insediamento”.
Un documento di progettazione generale degli interventi che ha consentito di imprimere una notevole accelerazione alla valorizzazione dei beni culturali della città. “Il Piano sottolineava con particolare evidenza la necessità di effettuare un passo storico, che è stato compiuto con decisione e successo. Trasformare Santa Giulia da limitativo museo della città in museo del mondo. La complessa elaborazione e presentazione, da parte del mio assessorato, della documentazione rinnovata ed efficace per il riconoscimento dell’Unesco ha consentito di acquisire un brand di sicuro valore internazionale, i cui risultati si avvertono ormai da mesi. Brescia non è più una città di provincia che si dibatte per raggiungere posizioni di visibilità  ma è uno degli esempi di valorizzazione e di riforma che vengono portati nell’ambito dei maggiori interventi virtuosi d’Italia e non solo”.
Secondo Arcai, Brescia è passata dalla monocultura delle grandi mostre a interventi differenziati di potenziamento, che hanno massimizzato gli apporti degli intellettuali, delle associazioni, delle accademie, con un coinvolgimento che non ha voluto discernere la partecipazione attraverso la colorazione delle tessere, ma che ha privilegiato  il trasversale gruppo delle idee. Abbiamo lavorato con tutti e per tutti per una Brescia di tutti. “E non è un caso che la Mercedes, proprietaria del più importante museo aziendale del mondo, abbia accettato l’invito di Brescia a presentare le proprie collezioni che coprono la ricerca artistica contemporanea, con particolare riferimento agli ultimi decenni di un Novecento caratterizzato dalla massima ricerca e dalla massima creatività Accanto a Novecento mai visto, ecco un’altra preziosa mostra, allestita sempre negli spazi espositivi di Santa Giulia, che copre, attraverso dipinti conservati nei depositi della Pinacoteca e preziosi prestiti da collezioni private, l’intero XX secolo, a livello italiano. Ogni segmento storico è pertanto oggetto di un rilancio, come avverrà, attraverso il convegno dedicato al Re Desiderio, per la fondamentale radice longobarda. I massimi langobardisti porteranno i frutti inediti della proprie ricerche per realizzare un ritratto a tutto tondo dell’ultimo re di quel popolo, uscito dalle fila dell’alta aristocrazia bresciana”.
Da non dimenticare, ovviamente, il lavoro di restauro e di potenziamento semantico del Capitolium, grande monumento della Roma imperiale, che oggi è fruibile nel punto di raccordo tra archeologia, architettura e ricostruzioni virtuali. “Una celebrazione del vedere e del capire, degna, certamente della triade capitolina e del linguaggio tonante di Giove”.

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