La “Manita” del Lecce stende il Lumezzane

Nella sfida di Via del Mare i ragazzi di Festa capitolano sotto i colpi di un Lecce travolgente. Ora serve una reazione immediata, ma il futuro del tecnico è appeso a un filo.

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(red.) Cena a “Lume di candela” per un Lecce che, visti i risultati, di appuntamenti con la compagine bresciana ne vorrebbe certamente altri. Impressioni diametralmente opposte, e non potrebbe essere diversamente, per i rossoblù di Festa, che dall’uscita in terra salentina rimediano 5 scoppole e una figuraccia difficile da digerire.
La domenica nera del Lumezzane comincia dopo soli 54 secondi, quando un siluro di De Rose si infila in rete mandando all’aria i piani tattici di Festa, che aveva probabilmente pensato ad una partita di attesa e contenimento. I limiti di tenuta dei valgobbini vengono subito messi a nudo. Tuttavia la squadra prova una timida reazione, subito frenata dal rapido contropiede leccese che, al 13’, sfocia nel fallo da rigore di Vigorito e nella successiva trasformazione di Bogliacino dal dischetto. 2-0 e palla al centro, quello leccese è un uno-due che stenderebbe un elefante. E infatti il Lume, dopo meno di un quarto d’ora, è già alle corde, traballante come un pugile suonato in attesa del gong che ne certifichi la sconfitta. Purtroppo però il 90’ è ancora solo un lontano miraggio, mentre la trasferta di Lecce è già un incubo che deve ancora mostrare il suo lato più spaventoso. I giallorossi, forse impietositi, rallentano un attimo, ma il rullo compressore pugliese riaccende i motori e chiude i conti con Jeda che, al 39’ e al 41’ affonda la nave rossoblu.
La ripresa è un lungo calvario che il Lumezzane scala trascinandosi sulle spalle il peso di quattro gol e un’umiliazione che recherà con se inevitabili polemiche e getta ombre lunghe e minacciose sul futuro del tecnico. Nel frattempo, giusto per ribadire la sua indiscussa superiorità, il Lecce, al 39’, mette a referto anche il 5-0 e, approfittando del pareggio del Trapani (che però ha una partita in meno) col Portogruaro, riconquista la vetta della classifica.
Il Lumezzane, nonostante le assenze importanti di Marcolini e Mandelli, sperava di tornare con almeno un punto, o per lo meno con una prestazione convincente, al cospetto di un avversario indubbiamente superiore non solo per storia e blasone. Invece, sul volo che ha riportato a casa i rossoblù solo un carico di dubbi e delusione, per quanto la zona play off resti ancora relativamente vicina. Per la precisione a un punto, almeno fino a lunedì sera quando si affronteranno Carpi e San Martino, appaiate una lunghezza avanti i bresciani. Ma l’attuale Lumezzane non sembra avere i mezzi per raggiungere i play off e giocarsi la possibilità di approdare in serie B, e ora sarebbe più saggio abbandonare i sogni di gloria e guardarsi alle spalle per evitare brutte sorprese.
Lo specchio del momentaccio valgobbino trova la sua massima espressione nell’atteggiamento del tecnico Gianluca Festa, prima impavido ed energico condottiero, ora compassato e sfiduciato timoniere di una nave che sembra aver perso la rotta. Ora più che mai, a sette giornate dal termine del campionato, servirebbero la sua energia e il suo carattere per dare la scossa ad un ambiente mortificato. Sette partite, sette finali, a partire da quella di domenica contro i liguri dell’Entella. Sette prove senza appello, nelle quali la squadra dovrà trovare la forza di reagire e rimettersi in carreggiata. Se ciò non dovesse accadere potrebbe essere utile praticare altre strade, come il cambio di allenatore. Più volte, nel corso della stagione, Festa è stato a un passo dall’esonero, salvato sempre dal direttore generale Luca Nember, che ora però è in Sudamerica. Quale sarà la decisione del vicepresidente Rizzinelli? Continuare con ,l’attuale tecnico oppure provare a dare la scossa con un cambio in corsa? Domande che esigono risposte rapide e decise, perché in gioco c’è l’esito di un’intera stagione.

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