Lega, no alla delibera anti-cinghiali

Il Carroccio boccia la delibera proposta dalla Comunità dell'Alto Garda. Rolfi: "I problemi vanno affrontati in maniera ponderata, soppesando ogni singola scelta".

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(red.) La Lega Nord boccia la delibera presentata dalla Comunità del Parco Alto Garda per chiedere alla Regione Lombardia di dichiarare il territorio non idoneo alla presenza di cinghiali.
Anche Sel ha espresso perplessità sulla richiesta di decretare “off limits” i suidi nella zona dell’Ato Garda bresciano.
Trovo totalmente sbagliata, e francamente anche controproducente, la delibera”, ha spiegato Fabio Rolfi, vicesindaco del comune di Brescia, coordinatore provinciale del Carroccio e neo eletto consigliere regionale, “credo che i problemi vadano affrontati in maniera ponderata, soppesando ogni singola scelta anche in base alle possibili conseguenze. Dichiarare il territorio del Parco Alto Garda come non idoneo alla presenza dei cinghiali, significherebbe penalizzare in maniera del tutto sproporzionata i cacciatori e l’attività venatoria. La non idoneità del territorio non consentirebbe inoltre il prelievo del cinghiale col sistema della braccata che ad oggi (e come asseriscono vari studi in merito) è l’unico sistema in grado di garantire consistenti prelievi del suide”.
Secondo Rolfi, nel 2012 sono stati 
450 animali prelevati nell’Alto Garda, più di 400 sono stata abbattuti col sistema della braccata. “E se facciamo una stima anche in difetto, togliendo questa forma di caccia solo quest’anno, calcolando anche un valore riproduttivo molto basso ci saremmo ritrovati sul territorio 1200 animali in più con conseguenze che anche per il mondo agricolo non oso immaginare. Il numero eccessivo di cinghiali in quella zona è un problema che va invece risolto incoraggiando le operazioni di contenimento, valorizzando così la caccia e tutto il suo indotto e cominciando ad immaginare un percorso legislativo che possa valorizzare la produzione di carne di cinghiale dell’alto Garda. Non si risolve un problema causandone un altro e la totale contrarietà raccolta dal presidente Pace tra le associazioni venatorie e le amministrazioni locali dimostrano quanto questa non è la via da percorrere”.

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