Brebemi, non c’è inquinamento della falda

Le conclusioni dei periti chiamati a verificare la presenza di cromo e arsenico rilevati in precedenti campionamenti nei cantieri di Cassano d'Adda e Fara Olivana.

(red.) Nessuna sostanza inquinante nelle falde acquifere dei cantieri posti sul tracciato di Bre.Be.Mi tra Cassano d’Adda e Fara Olivana.
I lavori erano finiti sotto sequestro nel novembre 2011 nell’ambito di un’inchiesta sullo smaltimento di rifiuti illeciti che aveva portato all’arresto (per corruzione) di Franco Nicoli Cristiani, ex vicepresidente bresciano del consiglio regionale, mentre indagato risultava l’imprenditore bergamasco Pierluca Locatelli, insieme con altre sette persone.
Lunedì si è svolta l’udienza per l’incidente probatorio in cui è stata presentata la perizia realizzata dall’ingegnere Paolo Rabitti e dal geologo Gian Paolo Sommaruga, su disposizione del gip Cesare Bonamartini.
L’indagine escluderebbe dunque la presenza di sostanze nocive nella falda acquifera.
Se l’inquinamento c’è stato, secondo i periti, c’è stato solo in superficie, dove la rilevazione aveva appurato livelli di cromo e arsenico (in tre campionamenti) oltre i limiti di legge.
Nel terreno indicato, circa 600 mq, oggetto di bonifica da parte della società della Direttissima Brescia-Bergamo-Milano, è stato rilevato non conforme, sotto il profilo merceologico, il materiale conferito dalle aziende dell’imprenditore bergamasco. L’80% non rispetterebbe le dimensioni granulometriche previste dalla normativa.
Non rispettato, per i periti, anche il capitolato d’appalto, poiché solo un campione prelevato è conforme alle prescrizioni imposte.

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