Aria, Brescia settima per inquinamento da Pm10

Secondo il rapporto "Mal'aria 2013" di Legambiente, la Leonessa ha collezionato 106 esuberi da polveri sottili. Maglia nera alla Pianura Padana.

(red.) E’ proprio “Mal’aria” quella che si respira a Brescia. E non è di certo una novità. La conferma della cattiva qualità dell’aria che respiriamo viene dal rapporto 2013 di Legambiente, che ha stilato una classifica ad hoc sui capoluoghi di provincia più inquinati.
E la Pianura Padana la fa da padrona, con 18 città nelle prime venti per superamento dei limiti delle PM10. Smog e rumore, però, colpiscono tutto il paese, alle prese con un’aria cittadina viziata da PM10, PM2,5, ossidi di azoto, ozono e decibel fuori controllo.
Sono 51 le città, tra le 95 monitorate da Legambiente nell’ambito della classifica “PM10 ti tengo d’occhio”, che hanno superato il bonus di 35 giorni di superamento del valore medio giornaliero di 50 microgrammi/metro cubo stabilito dalla legge.
La Leonessa d’Italia occupa la settima posizione nella graduatoria intitolata “Pm10 ti tengo d’occhio”: i dati presi in considerazione dal cigno verde sono i giorni di superamento del limite della soglia di 50 microgrammi per metro cubo di valore medio giornaliero (fissata in 35 giorni all’anno).
Se Brescia è nella top ten, anche il resto del Paese non è messo meglio.
Nella lista stilata dall’associazione ambientalista sul podio si collocano Alessandria (123 giorni di esuberi); Frosinone (120); Cremona (118).
A seguire ci sono Torino (118); Parma (115); Vicenza (114); Brescia (106), che è a pari merito con Milano;  Verona (103); Bergamo (99); Asti (97); Monza (96); Reggio Emilia (93); Mantova (92); Padova (91); Benevento (91); Rovigo (91); Rimini (88); Treviso (88); Napoli (85); Modena (85); Novara (84); Pavia (83); Vercelli (79); Ferrara (77); Venezia (76); Bologna (73); Piacenza (71); Firenze (68); Ravenna (66); Cagliari (64); Lodi (64); Pescara (62); Terni (62); Ancona (61); Como (58); Roma (57); Palermo (55); Lucca (54); Forlì (52); Biella (50); Varese (48); Trieste (45); Lecco (44); Pordenone (43); Prato (42); Latina (41); Cuneo (40); Aosta (39); Trento (38); Sondrio (36).
Nell’edizione 2012 del rapporto Brescia occupava sempre il settimo posto, ma con 113 giornate off limits.
Per quanto concerne poi il Pm2,5 (frazione delle polveri),il cui valore obiettivo è fissato a 25 microgrammi per metro cubo come media annuale, ancora oggi sono disponibili i dati di poche città. Tra le città monitorate da Legambiente il 50% sono fuori norma: Torino, Padova e Milano, con un valore medio annuale compreso tra 35 e 33 microgrammi sono in cima alla classifica.
In 24 città su 83 monitorate, gli ossidi di azoto superano la concentrazione media annua di 40 microgrammi/metro cubo stabilita dalla legge. Firenze, Torino, Milano e Roma sono ai primi posti della classifica. L’ozono nei mesi estivi è elevato in 44 delle 78 città monitorate da Legambiente nel rapporto Ecosistema Urbano. Anche in questo caso, ai primi posti ci sono le città del nord Italia: Mantova (130 giorni di superamento della soglia stabilita dalla legge), Lecco (94), Bergamo (90), Reggio Emilia (89) e Parma (85).
C’è poi il tema del rumore: secondo uno studio commissionato dal Ministero dell’Ambiente olandese l’inquinamento acustico prodotto dal traffico causa danni (dall’ipertensione all’insonnia all’aumento della pressione) al 44% della popolazione europea e costa 326 miliardi di euro alla sanità comunitaria. Secondo il monitoraggio della campagna Treno Verde di Legambiente, in Italia le città più rumorose sono Bari, Napoli, Roma, Bologna, Genova e Torino.

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