Nuovo carcere, “a breve notizie importanti”

Lo ha detto il sindaco di Brescia Paroli, secondo cui ci sarebbero delle novità a livello nazionale. Intanto il 16 novembre un concerto "dietro le sbarre" per raccolta fondi.

(p.f.) Potrebbe essere vicina la partenza per la costruzione del nuovo carcere di Verziano.  Dopo che  con il Pgt è stata individuato l’area che dovrà accogliere la struttura, il sindaco di Brescia Adriano Paroli assicura che ci sono le condizioni perché parta presto l’iter per il nuovo carcere. Per vederlo finito, certo, bisognerà attendere ancora qualche anno, ma a breve dovrebbero arrivare notizie particolarmente positive per l’avviamento delle procedure.
“A livello nazionale”, ha anticipato Paroli, “si sono resi conto di una priorità da dare a questo tema. E’ fondamentale, perché vuol dire aver smosso una situazione ferma da 25-30 anni. Anche con la nuova struttura, però, guai a pensare che si risolva definitivamente il problema carcere”.  Oltre ai ben noti problemi di sovraffollamento di Canton Mombello, ci ha pensato la spending review a rendere le cose più difficili. Sono stati infatti cancellati alcuni capitoli di bilancio come quelli relativi agli acquisti di prodotti igienici per la pulizia della struttura e dei suoi ospiti.
Tanto per fare qualche esempio, se la carta igienica e il detersivo si riescono a recuperare grazie all’intervento del Provveditorato, per altri prodotti, come il detersivo da cucina, o anche semplicemente piatti e bicchieri di plastica, non ci sono più fondi. Impensabile chiedere ai detenuti di comprarli in maniera autonoma. Da una statistica fatta di recente, risulterebbe che sui 520 detenuti, solo 140 hanno un conto corrente tra i 50 e i 100 euro, mentre più di 250 hanno disponibilità fino a 10 euro.
“Diventa difficile lavorare”, ha spiegato la direttrice della Casa Circondariale Francesca Gioeni, “ma non drammatico perché siamo in un un territorio sensibile”. Fino ad ora è stata fondamentale la generosità dei bresciani, anche di singoli cittadini non particolarmente abbienti, che ogni giorno si presentano con la busta contente beni di prima necessità. “C’è stata grande mobilitazione anche da parte di molte associazioni”, ha aggiunto Carlo Alberto Romano, presidente dell’Associazione Carcere e Territorio, “penso ad esempio agli scout, che si sono mobilitati. Ma non sono risposte pietistiche: chi ha generosamente offerto il suo aiuto, lo ha fatto anche perché ha compreso l’importanza che la pena sia rieducativa, non punitiva”.
Per raccogliere ulteriori fondi, venerdì 16 novembre alle 18 il carcere si aprirà al pubblico ed ospiterà un concerto di musica classica.  I 100 posti sono praticamente già esauriti. Dai partecipanti è già arrivato un contributo di quasi 10mila euro, che servirà a dare ossigeno ai conti per almeno 6 mesi. “Tutti crediamo che il carcere sia un pezzo di città”, ha aggiunto Paroli, “questa iniziativa è qualcosa di più di una visita nell’istituto, ma è il segno preciso e forte di una città che non si dimentica di una sua parte”. Curatore del concerto, l’avvocato Flaminio Valseriati, appassionato conoscitore di musica, che da giugno tiene stabilmente un corso di chitarra ad alcune decine di detenuti (partiti in 40, ora sono una ventina). “La musica redime, e credo che con la musica si possa addolcire la permanenza in carcere, dove la riparazione deve prevalere sulla punizione. Io, come docente di musica, sono rientrato in carcere dopo 30 anni e ho visto che per accedere alla sala teatro si devono passare 6 porte d’acciaio chiuse con chiavi stile film americani. Questo mi ha fatto pensare che entrare in carcere significa entrare in altro pianeta, e questo la cittadinanza non lo sa”.
Il concerto, organizzato anche grazi al supporto di alcuni sponsor (Camozzi Spa, Creberg, Lonati Spa, Normalien Spa di Zappa, Officine Meccaniche Rezzatesi, San Lorenzo srl), vedrà l’esibizione dei maestri Mauro Scappini (flauto), Bruno Righetti (clarinetto), Eros Roselli (chitarra). “Canton Mombello”, ha commentato Romano, “è entrato nell’immaginario come una delle situazioni peggiori del Paese. E’ vero che ci sia tanta sofferenza, ma all’interno di questa condizione, grazie anche a iniziative come quella di Valseriati, al coraggio della direttrice Gioieni e all’impegno della polizia penitenziaria, si pone come punto di eccellenza nella giustizia riparativa”. Fiore all’occhiello, i progetti per insegnare ai detenuti un mestiere, come quello della raccolta differenziata, in collaborazione con il Comune e la Cooperativa Cauto.
“I detenuti che vengono rieducati”, ha concluso Gioieni, “non tornano più a Canton Mombello, e grazie alle associazioni e all’amministrazione stiamo lavorando per incrementare queste opportunità. Ci mortifica, dunque, il terribile termine lager, usato per definire Canton Mombello: mortifica il nostro sforzo quotidiano di cambiare le cose”. “Canton Mombello”, ha concluso l’assessore alla cultura Andrea Arcai, “non è un problema per Brescia, ma è un problema di Brescia e come tale deve esser  risolto, in modo amministrativo, scientifico, giuridico”.

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