Un “bombolone” nel sottosuolo della Bassa

Il progetto di stoccaggio della Sogit verrà realizzato a Bordolano (Cremona) ma interesserà anche i comuni bresciani di Quinzano, Verolavecchia e Borgo San Giacomo.

(red.) Sono iniziati i lavori per la realizzazione dell’impianto di stoccaggio gas della Sogit a Bordolano (Cremona) intervento che interessa anche i comuni bresciani di Quinzano d’Oglio, Verolavecchia e, parzialmente, Borgo San Giacomo e che potrebbe vedere la luce già entro il 2015.
Di cosa si tratta? Di un deposito che custodirà nel sottosuolo  1 miliardo e 200milioni di metro cubi di gas naturale, che verrà poi immesso nella rete nazionale. “Bordolano stoccaggio” ha una estensione di 62,6 kmq, mentre il giacimento esausto di Bordolano, composto da due pozzi, ha invece un estensione di circa 12 kmq, una profondità di 1600 metri ed è localizzato tra Bordolano, Quinzano d’Oglio e Castelvisconti.
Il progetto prevede una centrale di compressione e trattamento del gas, l’ampliamento delle due aree cluster e sistema di condotte di collegamento cluster/central.
Perché è stato scelta proprio questa località? Perché, come si legge nello studio di impatto ambientale (relazione non tecnica) pubblicata da Sogit, “la scelta del campo primario di Bordolano come sito di interesse per lo stoccaggio di gas naturale deriva da considerazioni di natura operativa: il giacimento di Bordolano ospitava un campo primario di estrazione gas e quindi rappresenta una condizione geologica ottimale per essere utilizzato come serbatoio “naturale” di stoccaggio delle riserve di gas”, inoltre, si legge ancora, “nel territorio del comune di Bordolano sono già presenti infrastrutture minerarie utilizzate per lo sfruttamento del giacimento (cluster A e B) che dovranno essere opportunamente adeguate in base alle nuove esigenze progettuali”, In ultima istanza “i test di iniezione eseguiti nel periodo 1995-98 hanno permesso di evidenziare la fattibilità di riconversione a stoccaggio del giacimento primario di Bordolano”.
Le trivellazioni, fino a 1800 metri di profondità, sono fissate da metà dicembre 2012 sino al luglio 2014.
Verrà realizzato un metanodotto di circa 2 km che collegherà la centrale di Bordolano alla rete della Snam.
Il combustibile, acquistato prevalentemente in Russia, sarà pompato a 1800 metri di profondità e sarà così a disposizione durante la stagione invernale.
“Da un punto di vista energetico”, si legge ancora nella relazione, “nella realtà italiana, la realizzazione dell’impianto di stoccaggio gas in progetto rappresenta una scelta di notevole importanza strategica in quanto porterebbe alla valorizzazione di una fonte energetica naturale contribuendo ad accrescere la disponibilità della risorsa nazionale di gaa”.
“La zona di intervento è comunque già caratterizzata dalla presenza di infrastrutture adibite a suo tempo allo sfruttamento del giacimento (ex centrale, cluster A e B) e la pianificazione territoriale provinciale (P.T.C.P. di Cremona) prevede lo sviluppo di un nuovo polo industriale sovra comunale (polo industriale B4, Casalbuttano-Robecco d’Oglio). Il polo industriale”, continua la relazione, “costituisce per ora solamente una proposta per accogliere le eventuale richieste di alcuni dei comuni dell’ACI 8. Le nuove infrastrutture di progetto potrebbero risultare funzionali anche al programmato sviluppo industriale del territorio”.
Il progetto di Bordolano interroga i cittadini ed i comitati ambientalisti che, per sabato 3 novembre hanno promosso un convegno, nel paese del Cremonese, per discutere del futuro agricolo, dei residenti e dell’ambiente sui rischi e le conseguenze annesse alla realizzazione del “bombolone”.
L’incontro, organizzato dal Coordinamento nazionale No Triv e dai Comitati ambientalisti della Lombardia si intitola “La Pianura Padana sotto la canna del gas” e si tiene dalle 10,30 alle 17,30 presso l’agriturismo “La corte dei semplici”, sulla strada provinciale 25, al civico 4.

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