Buffalora, dalla Provincia stop al bitumificio

Il Broletto, lunedì pomeriggio, ha inviato una diffida all'azienda chiedendo l'immediata sospensione dell'attività. Un'altra vittoria per i comitati ambientalisti.

(p.f.)  Un’altra vittoria per i comitati ambientalisti: dalla Provincia sarebbe arrivata la diffida al bitumicifio Gaburri a procedere con l’attività.
Un fax inoltrato dal Broletto all’azienda nel tardo pomeriggio di lunedì 29 ottobre, sulla base dei dati rilevati dall’Arpa il 25 luglio scorso. L’agenzia per l’ambiente aveva fatto un sopralluogo nell’azienda di via Buffalora, per le numerose sollecitazioni arrivate dai cittadini, infastiditi dagli odori.
Dai dati Arpa, è risultato che in effetti le emissioni di composti organici (le polveri) sono risultate superiori ai limiti consentiti: 50 microgrammi per metro cubo il limite, 98,8 la media rilevata in una sola giornata. Dalla Provincia, dunque, la diffida a sospendere immediatamente l’attività.
Entro quindici giorni l’azienda dovrebbe mettersi a norma. Scaduto il tempo, saranno fatti controlli congiunti con gli organismi competenti, che valuteranno l’eventuale ripresa dell’attività. Ma questo non è l’unico nodo da sciogliere per Gaburri. L’Arpa avrebbe anche rilevato la presenza di polimeri solidi nelle emissioni, non previsti nell’autorizzazione concessa al bitumificio.
I tecnici hanno giustificato il fenomeno spiegando che sarebbe in corso una sperimentazione, che però non è autorizzata. Dovrebbe partire, da parte di Arpa, dunque, un procedimento amministrativo e penale.
“Una vittoria per i cittadini”, ha spiegato Angelamaria Paparazzo, presidente del Codisa, “perché l’Arpa ha fatto i controlli proprio alla Gaburri per le lamentele dei residenti. Senza le segnalazioni dei cittadini, non sarebbe stato fatto nulla. Segno le nostre battaglie non cadono nel nulla”. E’ la seconda vittoria, per i comitati ambientalisti della zona sud-est di Brescia, dopo il sequestro preventivo della Profacta: sequestro che, secondo indiscrezioni, il Gip dovrebbe convalidare. “Sono tanti piccoli tasselli di un mosaico più ampio”, ha concluso Paparazzo, “anche se c’è ancora tanto da fare”.

 

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