Caffaro, la bonifica? Arenata al Ministero

Dopo quasi tre anni non è ancora stato assegnato l’incarico per il risanamento dell'area. E ora,da Roma, si vorrebbe che il soggetto attuatore diventasse il Comune.

(red.) La bonifica del Sito di interesse nazionale (Sin) Brescia Caffaro? Arenata. E la tiene bloccata proprio l’ente cui competono le azioni concrete nell’area inquinata, cioè il ministero dell’Ambiente.
Giovedì si è svolta a Roma la Conferenza dei servizi sul Sin cui ha preso parte anche la Loggia con la presenza dell’assessore all’Ambiente Paola Vilardi.
Sul tavolo sono stati messi a disposizione 6,7 milioni di euro attraverso Regione Lombardia, una cifra non di certo sufficiente per tutti gli interventi necessari, ma che comunque costituisce una basa dalla quale partire. Sì, partire. Se solo si sbloccasse la situazione relativa all’incarico come soggetto attuatore affidato alla Sogesid, che avrebbe dovuto perfezionare un´intesa con il ministero.
Il condizionale si riferisce ad alcune vicende giudiziarie che vedono coinvolta l’azienda e così il ministero ha chiesto al Comune di Brescia, ma anche a passirnao e Castegnato di assumere il ruolo di soggetto attuatore all’interno del proprio perimetro. Un paradosso perché, come ha sottolineato la stessa Vilardi, i comuni non hanno né le risorse né le competenze tecniche per attuare il protocollo, né, tanto meno, è possibile continuare con interventi spot, ma occorre, ha sottolineato l’assessore in Loggia, un intervento unitario e complessivo sull’area.
e c’è anche una postilla di non piccolo conto: se Brescia dovesse agire direttamente nella bonifica dovrebbe ricevere direttamente i fondi stanziati (5 milioni di euro) ma questo comporterebbe uno sforamento del Patto di Stabilità.
Un cane che si morde la coda insomma. Unico risultato utile emerso dalla Conferenza è la fissazione di un nuovo incontro per il 9 novembre nel quale, forse, si conosceranno le decisioni del ministero dell’Ambiente sulle sorti del sito Caffaro.

 

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