Ciclo illegale rifiuti, Brescia è settima

23 le infrazioni accertate, 36 le denunce. La Lombardia al primo posto per numero di reati ambientali secondo il rapporto Ecomafia 2012 di Legambiente.

(red.) La Lombardia si conferma la prima regione del nord per numero di reati contro l’ambiente: all’ottavo posto della classifica nazionale con oltre 1.607 reati (4,8% del totale) e con 1.442 persone denunciate (100 in più rispetto all’anno scorso).
E’ quanto emerge dal Rapporto Ecomafia 2012 di Legambiente, presentato a Milano, che stima in oltre 450 milioni di euro il fatturato del ‘settore’ sul territorio lombardo. In particolare, la Lombardia scala posizioni nella classifica nazionale sul ciclo illegale dei rifiuti, posizionandosi al quarto posto con 340 infrazioni (il 6,4% del totale). Per quanto riguarda il ciclo del cemento, e in particolare quello del movimento terra, sono state 344 le infrazioni accertate nel 2011(in calo) e 455 i denunciati.
E Brescia? Nel ciclo illegale di rifiuti in Lombardia la nostra provincia si colloca la settimo posto, con 23 infrazioni accertate, un numero in calo rispetto alle rilevazioni precedenti e incide per lo 0,4% sul totale nazionale dei reati di natura ambientale.
Trentasei risultano le persone denunciate, 32 i sequestri effettuati ma nessun arresto.
Nel report di Legambiente (datato 17 ottobre)  viene lanciato un appello alla politica regionale per “definire e far rispettare le regole necessarie a puntellare una ripresa economica nel segno della sostenibilità”, intervenendo sul sistema dei controlli ambientali. Inoltre, a livello nazionale, “é necessario mettere mano alla legislazione, inserendo subito i delitti contro l’ambiente nel nostro codice penale e varando una reale riforma anti-corruzione”, si legge nel documento, “che recepisca effettivamente la convenzione internazionale e colpisca duramente i pubblici ufficiali e i privati che si macchiano di tali reati”.
Nell’analisi del Cigno verde viene dato poi ampio spazio alla vicenda legata al ciclo illegale dei rifiuti, “quella chiamata dagli inquirenti Fiori d’acciaio, scattata il 30 novembre 2011” e che ha portato all’arresto del bresciano ex presidente del Consiglio regionale lombardo Franco Nicoli Cristiani, arrestato per un presunto giro di mazzette insieme con l’imprenditore Pierluca Locatelli e il coordinatore dell’Agenzia regionale per l’ambiente Giuseppe Rotondaro.
“I tre”, viene ricordato, “sono stati arrestati il 30 novembre 2011 dai carabinieri di Brescia insieme ad altre sette persone. L’indagine si lega anche al sequestro della cava di Cappella Cantone (nel Cremonese) “destinata a una discarica di amianto, di un impianto per il trattamento di rifiuti di Calcinate (in provincia di Bergamo) e di due cantieri della contestata autostrada Brescia-Bergamo- Milano (BreBeMi) a Cassano d’Adda e Fara Olivana con Sola (dissequestrati il 24 dicembre dopo le perizie del tribunale che non hanno evidenziato irregolarità. Rimangono ancora sotto sequestro i sei chilometri realizzati dall’impresa Locatelli)”.
“L’inchiesta”, prosegue Legambiente nel report, “si compone di due filoni d’indagine: il primo, relativo allo smaltimento illecito di rifiuti speciali nei cantieri lungo il tracciato della BreBeMi, con al centro le imprese di Locatelli, su cui sta lavorando la procura di Brescia. Il secondo, sulle mazzette ricevute da Nicoli Cristiani per agevolare l’autorizzazione richiesta, sempre da Locatelli, per una discarica di amianto a Cappella Cantone, su cui sta operando la procura di Milano (in realtà il fascicolo per corruzione è passato a Brescia, ndr.), luogo in cui ci sarebbe stata la consegna del denaro”.
Sempre nel rapporto sulle ecomafie viene citata anche la vicenda di Green Hill, l’allevamento di cani di Montichiari, definita dall’associazione ambientalista “una battaglia legale di civiltà per fermare il caso più famoso di maltrattamenti nei confronti degli animali in Lombardia.
Legambiente e Lav (nominate custodi giudiziari dei cani sottoposti a sequestro) insieme a tante altre associazioni locali e nazionali hanno provveduto a consegnare in affidamento temporaneo più di 2.300 beagle ad altrettante famiglie o strutture attrezzate per la loro accoglienza.

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