Il Pd: “Responsabilità del sindaco Paroli”

Secondo i democratici, le due mostre "traoccate" sono ascrivibili al sindaco, ad Arcai e a Lechi che, di fronte ai sospetti di irregolarità, non hanno agito.

(red.) Dopo la scoperta (diciamolo pure, abbastanza prevedibile visti i precedenti) che anche la mostra Inca sarebbe stata “taroccata” nel numero di biglietti venduti, il Partito Democratico in Loggia, capeggiato da Emilio Delbono, con il segretario cittadino Giorgio De Martin, torna all’attacco  di Artematica, ma anche della Fondazione Brescia Musei.
E lo fa basandosi su una lettera, datata 27 maggio 2010 e firmata dall’amministratore delegato di Artematica Andrea Brunello (unico indagato, allo stato attuale, nella vicenda biglietti gonfiati) in cui viene annunciato il superamento della soglia di 200mila visitatori per “Inca”. Un dato, però, che contrasta nettamente con i numeri registrati dalla Siae che parlano invece di 194.015 visitatori paganti. Nella missiva, l’ad dell’azienda trevigiana sollecita dunque il pagamento del “bonus” concordato con la Loggia chiedendo di “voler anticipare il contributo previsto al raggiungimento di questo dato, come discusso con l´assessore alla Cultura, Andrea Arcai”.
Per i democratici bresciani questo significa che i rapporti con Artematica venivano gestiti direttamente dal Comune.
Inoltre, e qui l’affondo dei Delbono e De Martin, l’ad di Artematica fa riferimento ad una clausola del contratto Inca, l´8.4. Una postilla che non vigeva per il suddetto contratto, come ha sottolineato il Pd, ma che invece viene riportata nel contratto relativo alla successiva mostra, quella (pure “gonfiata” nei numeri) di Matisse. Contratto che venne siglato, però una ventina di giorni dopo, il 18 giugno.
Per il Pd, così come già sollecitato anche dal consigliere comunale democratico in Loggia Claudio Bragaglio, è fondamentale conoscere l’avvocato che ha steso il tetso del contratto per l’evento di Matisse e perché è stato cambiato il testo dell’accordo.
Per Delbono la responsabilità di quanto accaduto (con oltre 850mila euro di bonus erogati, ma mai spettanti ad Artematica) è da attribuire al sindaco Adriano Paroli, dell’assessore Andrea Arcai e di Brescia Musei.
Se i sospetti di truffa, questo l’assunto dei democratici, c’erano, perché la Loggia e la Fondazione non si sono mai attivati per verificarli?
Il Pd torna dunque a chiedere le dimissioni di Arcai (le cui deleghe sono state frattanto dimezzate) e le dimissioni del presidente di Brescia Musei Fausto Lechi o, in secondo ordine, il ritiro delle deleghe.

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