Perquisiti uffici ed abitazione di Brunello

La Procura alla ricerca di materiale utile a fare chiarezza sulla disparità di numeri tra i biglietti dichiarati da Artematica e quelli riscontrati dalla Siae.

(red.) Perquisiti gli uffici di Artematica e l’abitazione di Andrea Brunello, ad della società di Treviso (ora messa in liquidazione) nell’occhio del ciclone per il “caso Matisse”, ovvero dei presunti biglietti gonfiati nella mostra al museo di Santa Giulia a Brescia.
La Procura, che ha aperto un fascicolo per truffa, nel quale risulta iscritto come indagato Brunello, venerdì scorso ha effettuato le ispezioni alla ricerca di documenti, fatture, contratti per ricostruire le attività svolte dall’azienda a Brescia.
Gli inquirenti stanno cercando di acquisire materiale utile a spiegare la differenza tra il numero di ticket dichiarati da Artematica a conclusione dell’esposizione (giugno 2011) e quelli invece staccati dalla Siae. Secondo Brunello sono stati 248 mila, per la Società italiana autori ed editori invece 124mila.
Se Artematica non fosse riuscita a staccare più di 150mila tagliandi avrebbe dovuto restituire a Fondazione Brescia Musei (società controllata dalla Loggia) un “indennizzo” di 550mila euro. Diversamente, se i visitatori fossero stati oltre i 230mila la società trevigiana avrebbe ricevuto (così come è avvenuto) un bonus di 300mila euro dalla Loggia.
I magistrati hanno allargato l’inchiesta anche alla precedente installazione sugli Inca (sempre organizzata da Artematica di Brunello) per fare chiarezza sulla veridicità dei 273mila ingressi dichiarati. In questo caso le penali previste nel contratti indicavano in meno di 200mila visitatori un rimborso a Brescia Musei dai 250 ai 400mila euro.
In Procura, dopo l’assessore alla Cultura Andrea Arcai, al presidente di Fondazione Brescia Musei, Fausto Lechi, ed il consigliere Pd in Loggia Claudio Bragaglio, potrebbe essere sentito nei prossimi giorni anche il sindaco Adriano Paroli.

 

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