Paroli: “Brescia non è la città dei no”

Il primo cittadino apre la campagna elettorale e punta alla vittoria al primo turno. Plauso ai movimenti nati dal basso, ma vorrebbe con sé anche i vecchi alleati.

(red.) E’ partita la campagna elettorale del sindaco Adriano Paroli.
All’appello manca, in realtà, ancora un quadro  di quella che sarà la coalizione, anche se il primo cittadino ha già delle idee chiare. Risorsa fondamentale saranno i movimenti e liste civiche che nasceranno. Il primo è stato quello di Nini Ferrari, X Brescia, e Paroli si augura che non sia l’ultimo. Movimenti che, in un momento in cui l’immagine della giunta appare appannata dall’affair Matisse, sarebbero il volto pulito della partecipazione dal basso.
Attorno a sé, poi, Paroli vorrebbe gli stessi alleati di 5 anni fa. Quasi un dovere morale, per il primo cittadino: ripresentarsi con la stessa formazione, ne è sicuro, gli consentirebbe di vincere al primo turno (“la città non ha bisogno dei due turni per conoscermi”), facendo risparmiare un bel po’ di soldi alle casse del Comune. Non farebbe male, poi, accogliere nella coalizione anche volti noti, come quelli della civica Brescia per Passione di Laura Castelletti, che “sarebbe un peccato se non ci fosse”, ha commentato Paroli, “visto che ha a cuore il bene della città ed ha collaborato quando si è trattato di fare scelte importanti per Brescia”.
Nel suo futuro di sindaco al secondo mandato, Paroli vedrebbe accanto ancora Fabio Rolfi come vice, “anche se rispetto eventuali sue aspirazioni in campo nazionale”. E anche per il futuro la formula vincente del primo cittadino sarebbe quella di una politica disposta ad aprirsi a chi non è per forza dalla stessa parte. “Per questo ho scelto Alessandro Triboldi come direttore generale del Comune, Umberto Angelini come sovrintendente del Teatro Grande: ho visto in queste persone una ricchezza per Brescia”.
“La politica è questo”, ha concluso, “non le favolette che racconta il Pd, che crede di seguire l’onda del grillismo imitando il programma di Grillo e dicendo solo dei no: ma Brescia non è una città No Tav, è la città del termoutilizzatore, della metropolitana, insomma una città che non rinuncia allo sviluppo”.

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