La Procura di Brescia ora procede per truffa

Nel fascicolo non risultano, al momento, indagati. A breve i primi interrogatori delle persone "informate sui fatti". Brescia Musei ha chiesto ad Artematica 550mial euro.

(red.) Il fascicolo aperto dalla Procura di Brescia sul “caso Matisse” ora procede per truffa.
Questa l’ipotesi di reato su cui stanno indagando i magistrati a seguito della clamorosa svolta sul numero degli ingressi alla mostra a Santa Giulia, chiusasi, secondo la certificazione prodotta dalla Siae, a 124.184 visitatori, ovvero la metà di quelli dichiarati (con autocertificazione) da Artematica, la società di Treviso organizzatrice dell’evento espositivo, che, invece, trionfalmente, aveva annunciato una chiusura, al 26 giugno 2011, a 248.862 spettatori.
Sul registro degli indagati non risulta iscritto nessun nome, ma presto potrebbero esserci altri sviluppi in una vicenda che, se ha lasciato l’amaro in bocca al sindaco Adriano Paroli e a Fondazione Brescia Musei, che avevano affidato all’azienda (ora messa in liquidazione) di Andrea Brunello la gestione dell’esposizione, ha acceso anche un dibattito politico sulle responsabilità degli amministratori stessi.
La Procura sta anche lavorando per verificare se esistano altre ipotesi di reato e quindi il fascicolo potrebbe farsi più pesante.
Con l’apertura dell’inchiesta si avranno, a breve, anche i primi interrogatori delle “persone informate sui fatti”, tra questi il primo potrebbe proprio essere il titolare dell’assessorato alla Cultura, Andrea Arcai, per il quale il Pd in Loggia ha chiesto più volte le dimissioni. Dimissioni che, però, il primo cittadino ha reputato non necessarie. A seguire verrà ascoltata anche Patrizia Serena, commissario di Brescia Musei all’epoca dell’arrivo a Brescia di Brunello.
Intanto Brescia Musei ha avanzato un’immediata richiesta ad Artematica di riaccredito di 550mila euro.
 

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