Pd: “Il caso inizia ora, chi è responsabile?”

Del Bono: "Siamo stati sentinella di buon governo. In questa città siamo stati il punto di riferimento della legalità e della trasparenza. Paroli cosa vuole fare?”.

(p.f.) I numeri della Siae non chiudono l’affaire Matisse. Anzi, proprio i dati che sconfessano quanto da Artematica sostenuto sulla vendita dei biglietti, hanno “scoperchiato la pentola”, come ha spiegato il capogruppo del Pd Emilio Del Bono.
Secondo Del Bono ciò è accaduto “grazie proprio al Partito Democratico, che si è dimostrato sentinella di buon governo. In questa città siamo stati il punto di riferimento della legalità e della trasparenza”. Ora che la verità dei numeri è stata svelata, però, restano ancora molti interrogativi a cui rispondere.
“Questa storia”, ha sottolineato Del Bono, “non ruota attorno alla vicenda dei numeri, che già di per sé segnerebbe il senso del fallimento della giunta. Ma va oltre, perché c’è in ballo l’uso del denaro pubblico, una cosa che preoccupa moltissimo noi e la città. In epoca di tagli draconiani, in cui si comprimono servizi, un danno pressoché accertato di 550mila euro non può restare impunito”.
Danno che però potrebbe anche essere più ampio, se si dovesse scoprire che anche sugli Inca, Artematica aveva barato. “Anche qui il sindaco, che ha dato mandato a Triboldi di indagare, arriva ultimo perché il Pd già da 10 giorni ha depositato la richiesta di accesso agli atti relativi agli Inca”.
Il Pd punta il dito poi contro l’atteggiamento adottato dal sindaco Adriano Paroli. “Non si addice alla giunta la parte di coloro che sono stati lesi, perché più che povero Paroli mi vien da dire povera città. Sono molto colpito dal fatto che il sindaco non abbia fatto neanche un’autocritica. E’ possibile che non ci sia un responsabile nella filiera? Non è responsabile il sindaco, non lo è Arcai e neanche Brescia Musei. Non mi piace”, ha proseguito Del Bono, “questo atteggiamento di non chiedere scusa alla città per l’enorme inadeguatezza”.
Quattro le domande che restano ancora inevase. La prima: chi ha portato Artematica a Brescia, società che Rolfi ha definito di “avventurieri”? “Arcai”, ha ricordato Del Bono, “disse a suo tempo che bisognava ringraziare Paroli per aver portato la società trevigiana in città”. Secondo, chi ha predisposto i contratti? “Un contratto formulato in modo da tutelare più il gestore della mostra che il committente, tanto che lo stesso Brunello lo ha definito unico in Italia per la sua anomalia”.
Terzo, chi ha controllato i dati? “Il contratto specificava che il pagamento degli importi doveva avvenire dopo la verifica di Fondazione Brescia Musei”. Quarto, se, come dichiarato il 28 agosto, già a chiusura mostra avvenuta, la Fondazione aveva dubitato della congruità delle cifre finali, perché non si è cercato di dissipare questi dubbi, richiedendo i dati Siae? “Abbiamo avuto a che fare con società di avventurieri”, ha sottolineato Del Bono, “e, aggiungo io, di falliti: la Ribes, fallita, e Artematica, messa in liquidazione. Se io avessi portato in casa società che hanno fatto perdere denaro pubblico non starei tranquillo”.
Intanto, il Pd ha chiesto di convocare un Consiglio Comunale pubblico, per consentire anche ai cittadini di ascoltare una ricostruzione per ora oscura; già chiesta, inoltre, la riunione della commissione cultura. “E ribadiamo, ovviamente”, ha aggiunto Del Bono, “la richiesta di dimissioni per Arcai. Dispiace sul piano personale: arrivare a queste affermazioni non è né semplice né leggero, ma non possiamo non trarre conclusioni politiche”.
Anzi, per il consigliere Federico Manzoni la richiesta di dimissioni si rafforza proprio alla luce di quello che è emerso nel consiglio comunale del 17 settembre. “Avevamo posto delle domande sui numeri della mostra, cui ci sono state date risposte smentite clamorosamente il giorno dopo”. Per il segretario cittadino Giorgio De Martin, “Paroli si assume la responsabilità politica di tenere un assessore che ha gestito così malamente questa vicenda”.
Sulla possibilità di riavere indietro i soldi, il consigliere Alfredo Bazoli esprime forti perplessità. “E’ già difficile recuperare soldi da società floride. Artematica è in gravi difficoltà ed è in liquidazione: le prospettive sono molto negative”. Intanto, in qualunque modo la vicenda venga interpretata, la giunta Paroli ne esce male. “Non credo”, ha concluso Del Bono, “che il principe del male sia arrivato a Brescia e con la sua genialità sia riuscito a disorientare le teste di tutti. Se fosse così, sarebbe comunque gravissimo. Ora rispondano alle nostre domande”.

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