Chiese, la moria di pesci causata dal caldo?

Sul decesso di centinaia di esemplari ittici rinvenuti tra Carpenedolo e Calvisano si affaccia l'ipotesi che vi siano all'origine le alte temperature dei giorni scorsi.

(red.) La moria di pesci nel fiume Chiese potrebbe non essere legata all’inquinamento industriale, ma piuttosto, ad un fattore climatico naturale, ovvero il caldo.
Mentre sono in corso i rilievi e le analisi dei campioni da parte dell’Istituto Zooprofilattico di Brescia, emergono le prime ipotesi sulla strage (l’ennesima nei corsi d’acqua bresciani) degli esemplari ittici, rinvenuti morti domenica mattina nel tratto di alveo compreso tra Carpenedolo e Calvisano.
Secondo l’Arpa, che si occupa del caso insieme con Asl e Polizia Provinciale, i pesci sarebbero finiti in un punto del fiume più a monte rispetto a quello in cui sono stati trovati, un’area del Chiese in cui l’acqua è stagnante e dove il surriscaldamento avrebbe potuto causarne il decesso.
Il maltempo e il conseguente temporale avrebbero poi fatto scivolare i pesci a valle, dove è stato effettuato l’avvistamento.
Si tratta, al momento, di mere ipotesi, che dovranno eventualmente trovare conferma nelle analisi di laboratorio.

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