Pirlo: “La Germania ha paura di noi”

Il centrocampista azzurro sulla semifinale degli Europei. "Il clima è simile a quello del Mondiale 2006”, ha detto. "Il cucchiaio? Dedicato a tutti gli italiani".

(red.) Protagonista di un rigore “al cucchiaio” che ha lasciato attoniti il portiere e tutta la squadra inglese, e che ha permesso agli azzurri di calcio di staccare il tagliando per la semifinale con la Germania agli Europei 2012, ora il bresciano Andrea Pirlo prova ad analizzare la sfida e lo fa improvvisando lo spot  ”Provaci ancora, Italia”.
L’Europa si è improvvisamente accorta che questo ragazzo bresciano dallo sguardo mite è protagonista assoluto. Die Zeit in edicola giovedì gli riserva un servizio speciale, foto di copertina e regista teatrale ad analizzare i suoi sguardi da palcoscenico. ”Bene, vuol dire che la Germania ha paura di noi”, è il commento del centrocampista della Nazionale.
Regista sì, e anche sceneggiatore. Il suo Italia-Germania non è solo fantasia, ma convinzione. ”Siamo da finale. Sappiamo di potercela fare”, dice con fare sornione. “Fossi la Germania, mi preoccuperei che la storia non si ripeta. State attenti a non ricadere in quel che successe nel 2006…”. La storia dice che l’Italia è la bestia nera dei tedeschi nelle competizioni internazionali. E tanto basta a colmare la stima per la Nazionale di Joachim Loew, lo svantaggio dei supplementari e i due giorni di riposo in meno.
”Abbiamo visto tutte le loro partite, eravamo sempre davanti al televisore”, racconta Pirlo. “Oggi abbiamo studiato in video come giocano, ripasseremo nei prossimi due giorni. Li conosciamo. E sappiamo di potercela fare”.
Il video era quello del pareggio di Dortmund a febbraio 2011, ma la mente va a un’altra Dortmund. ”Sì, il clima è simile a quello della semifinale del Mondiale 2006”, ricorda Pirlo, autore dell’assist per il gol di Grosso. “Loro avevano un popolo intero alle spalle, e partivano favoriti. Stavolta hanno una Nazionale molto forte, lavorano da anni a questa idea. Più che la voglia Juve, abbiamo la stessa voglia del Mondiale vinto. Io sono qui per vincere, e tutti insieme puntiamo a portare un grande successo a tutta la nazione”.
Individua anche l’antagonista principale: ”Oezil è la vera anima della Germania, regista determinante come col Real. In campo ci incroceremo, credo”. E saranno altri paragoni. Come quelli con Xavi. O con i candidati al Pallone d’Oro. ”Non lo vincerò, e non mi dispiace: finchè ci sono Messi e Cristiano Ronaldo a segnare 80 gol…”. Lui li ispira, più che realizzarli. Ma lascia il segno quando infila la rete. ”Il cucchiaio? Ho visto il portiere buttarsi a terra e lì ho pensato al colpo. Bisognava un po’ abbassare le ali agli inglesi”. E alla spavalda intenzione fa coppia uno sguardo impassibile: ”Lo dedico a tutti gli italiani”.
Gli chiedono quale sia il segreto della sua classe e se sia maturato, e la risposta è naturale come le giocate.
”Migliorato non credo, gioco così da quando sono nato”, dice disarmante. “Non è cambiato nulla neanche per la corsa: saranno sorpresi altri a leggere quanto corro, sin da ragazzo sono sempre stato molto resistente. Lo sanno allenatori e preparatori”.
La sorpresa semmai è vedere un’Italia così offensiva. ”E’ giusto così, nel calcio moderno: vince chi attacca. Le semifinaliste di questo Europeo non sono casuali. E noi non cambieremo modo di giocare neanche per la grande Germania”.

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