L’acqua di Brescia? I valori sono “nella norma”

E' emerso nel corso della seduta della Commissione Ambiente in Loggia. Ma non si conoscono i rischi connessi alla commistione di diversi inquinanti.

(red.) L´acqua di Brescia? Si può bere ed utilizzare perché i suoi valori rientrano nei parametri di legge.
Tuttavia la stessa affermazione non serve ad allontanare del tutto lo spettro della presenza di elementi come il cromo, gli idrocarburi ed nitrati.
Di qualità dell’acqua che fuoriesce dai rubinetti nelle case dei bresciani ne ha parlato giovedì la Commissione ecologia e ambiente, riunita per discutere del tema delle falde acquifere e degli eventuali inquinanti.
Un tema che, nei mesi scorsi, non ha mancato di sollevare diverse proteste e polemiche in città, soprattutto nella zona Sud, dove il timore di concentrazioni “fuorilegge” degli inquinanti nell’acqua ha mobilitato genitori e residenti, che hanno anche indetto una raccolta firme.
Un dibattito che ha visto anche lo scontro polemico (e politico) tra Nicola Gallizioli, capogruppo della Lega Nord in comune, abbandonare l’aula in segno di protesta contro il presidente della Commissione, Pierraoul Francesconi (Pd) mentre si discuteva proprio di falde sotterranee. Per l’esponente del Carroccio, negli ultimi mesi, Brescia ha vissuto la “cromofobia” chiedendo ad A2A di effettuare una campagna di sensibilizzazione che rassicuri i cittadini sulla qualità dell’acqua.
Due i temi sul tavolo: da un lato l’acqua che fuoriesce dai rubinetti che è controllata e sicura e, come ha spiegato Mario Tomasoni, responsabile del settore idrico integrato di A2A, il 55% della stessa è sottoposto preventivamente a trattamento prima dell´immissione in rete, mentre il 45% risponde già ai requisiti di legge.
Dall’altro però mancano dati sulle conseguenze per l’organismo umano dalla commistione delle sostanze inquinanti presenti nell’aria e nel suolo e anche negli alimenti.
Per questo, è stato ribadito da Lucia Lonardi del Servizio di medicina ambientale di Asl Brescia, è opportuno cercare di mantenere la soglia di eventuali inquinanti nell’acqua la più bassa possibile, per maggiore garanzia e tutela.
Al tavolo in Loggia sedeva anche Legambiente con il suo rappresentante (per la Consulta per l´ambiente del Comune), Carmine Trecroci, che ha chiesto al comune  di attivare le bonifiche necessarie sui siti inquinati (Caffaro, Baratti e Forzanini, e aree industriali della Val Trompia).
In città sono due i pozzi contaminati da cromo esavalente, quello di Chiesanuova 1 e del Villaggio Sereno 1 che non vengono utilizzati, mentre a Folzano sono fuori uso altri due pozzi.
Da ottobre, al Villaggio Sereno, sul pozzo 2, A2A installerà un impianto di trattamento ed abbattimento del cromo esavalente.

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