Grandi Rischi segnalava aumento attività sismica

Anche Brescia tra le province a rischio. Approfondimenti erano stati chiesti dal capo della Protezione Civile Gabrielli dopo il sisma del 25 e 27 gennaio.

(red.) Anche Brescia era tra le province interessate dall’aumento dell’attività sismica monitorata dalla Commissione nazionale Grandi Rischi.
E’ quanto era emerso al termine della riunione della Commissione nazionale grandi rischi, convocata su richiesta del capo della Protezione Civile Franco Gabrielli dopo le scosse del 25 e 27 gennaio nelle province di Verona, Reggio Emilia e Parma, la stessa commissione sottolineó un ”significativo aumento di attività negli otto mesi precedenti che ha interessato i margini settentrionale (pre-alpino), meridionale (Appenninico Ligure) e occidentale (Piemonte) della placca Adriatica”. Lo rende noto il Dipartimento della Protezione Civile spiegando tutti i passaggi di quella riunione.
L’area interessata dall’aumento dell’attività, sottolinea ancora il Dipartimento, comprendeva ”le province di Asti e Alessandria, limitatamente Milano e Monza, e poi Pavia, Brescia, Cremona, Bergamo, Mantova, Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena, Ferrara, Ravenna, Verona, Vicenza, Treviso, fino a Massa Carrara e Lucca: si tratta della quasi totalità delle aree sismiche del Nord Italia se si esclude il Friuli Venezia Giulia”.
Nella nota conclusiva della riunione, la Commissione inoltre ”specifica che sulla base delle conoscenze attuali non ci sono indicazioni che questa attività si riduca nel prossimo futuro, che potrebbe continuare su un vasto territorio, in buona parte profonda, e che certi eventi potrebbero divenire piú superficiali. In particolare, la Commissione si focalizza sulla possibile riattivazione di alcune delle grandi strutture che storicamente hanno generato forti terremoti, come Garfagnana e Lunigiana”.
Vista la vastità dell’area interessata e le osservazioni formulate dalla Commissione, in particolare per la possibile riattivazione delle grandi strutture appenniniche quali Garfagnana e Lunigiana, Gabrielli, il 14 febbraio scorso, ha chiesto al presidente della Commissione di riconvocare il settore ‘Rischio Sismico’ dell’organismo, ”per un ulteriore approfondimento, in modo da avere un quadro il piú completo possibile e per poter informare correttamente le amministrazioni competenti in materia di protezione civile sul territorio”.
Approfondimenti che, ”ancora in corso, saranno forniti prossimamente al capo Dipartimento”.
Quanto poi alle attività raccomandate dalla Commissione per quanto concerne la prevenzione, esse, sottolinea la nota del Dipartimento, ”trovano perfetta rispondenza con quanto già attuato nella continua azione di prevenzione messa in atto dal Dipartimento della protezione civile su tutto il territorio nazionale attraverso l’azione di monitoraggio delle verifiche sismiche degli edifici e delle opere infrastrutturali strategiche e rilevanti esistenti; la sensibilizzazione della popolazione alle problematiche dei rischi attraverso sistematiche campagne informative e l’attività del volontariato; l’attuazione del piano nazionale di prevenzione sismica con lo stanziamento di 965 milioni dal 2010 al 2016 per il rafforzamento degli edifici pubblici strategici e degli edifici privati, nonch‚ della microzonazione sismica, con una rigorosa ripartizione del fondo tra le regioni; la preparazione di modelli di intervento in caso di emergenze nazionali, con la verifica attraverso le esercitazioni svolte a diversi livelli, ultime delle quali quelle effettuate proprio in Garfagnana”.

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