Il “motore” scosse è ‘l’arco di Ferrara’

Sedici morti, un disperso, 350 feriti e 8.000 sfollati: questo l'ultimo bilancio del secondo violento terremoto di magnitudo 5.8 che ha colpito martedì l'Emilia.

(red.) Sedici morti, un disperso, 350 feriti e 8.000 sfollati: questo l’ultimo bilancio del secondo violento sisma di magnitudo 5.8 che ha colpito martedì l’Emilia, dopo quello di 10 giorni fa. In serata estratta viva una donna. Oltre 40 le scosse nella notte, la più forte di 3.4 gradi. Mercoledìi provvedimenti del Consiglio dei ministri: si ipotizza un aumento delle accise sulla benzina.
Perché la terra si muove? Il margine settentrionale dell’Appennino sepolto sotto la Pianura Padana è il grande motore dei terremoti che stanno tormentando l’Emilia dal 20 maggio scorso nella zona di Ferrara e che martedì  hanno scosso la zona di Mirandola, nel modenese.
Il sisma è stato avvertito anche in provincia di Brescia dove sono stati registrati alcuni lievi danni a monumenti e palazzi.
E’ una struttura molto complessa, una piccola catena montuosa sepolta dai sedimenti che si estende per 55 chilometri da Bologna al Po, chiamata Arco di Ferrara.
”Questo fronte fa parte dell’Appennino sepolto sotto i sedimenti del Po”, ha osservato il sismologo dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), Gianluca Valensise. ”L’Appennino”, ha proseguito, “è molto più ampio di quello che appare e sono le strutture sepolte che stanno dando origine ai terremoti. Sotto queste pieghe vi sono infatti le faglie che scorrono lungo dei piani e che danno origine ai sismi”.
Su grande scala, nella Pianura Padana, spiega l’Ingv, si distinguono a Nord le pieghe del Sudalpino e, nella parte meridionale, tre strutture principali ad arco. Da Ovest a Est: l’arco del Monferrato, l’arco Emiliano (Mirandola) e l’arco di Ferrara. Quest’ultimo si può suddividere in tre gruppi minori: le pieghe ferraresi, le pieghe romagnole e più a Est le pieghe adriatiche, che costituiscono il vero fronte esterno (sepolto) della catena appenninica.
Se l’attività dell’arco di Ferrara è documentata storicamente, ad esempio nelle cronache del terremoto del 1570, l’arco di Mirandola è invece silenzioso da un tempo lunghissimo. ”Non ci sono terremoti riportati storicamente in questa struttura”, rileva Valensise. Tuttavia il suo risveglio improvviso con il terremoto di oggi non ha sorpreso gli esperti.
L’arco di Mirandola fa parte, infatti, di un sistema tutt’altro che ”addormentato”.

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