Truffa ai danni dello stato, indagato Bossi

Avviso di garanzia per il Senatùr per 18 milioni di rimborsi elettorali. Anche Riccardo e Renzo indagati per appropriazione indebita: paghetta da 10mila euro.

(red.) Una nuova grana giudiziaria per la Lega Nord. La procura di Milano ha iscritto nel registro degli indagati Umberto Bossi e i figli Riccardo e Renzo (eletto in provincia di Brescia nel consiglio regionale lombardo). Il Senatùr è indagato per truffa ai danni dello Stato, in concorso con l’ex tesoriere Francesco Belsito. L’accusa riguarda i rimborsi elettorali (per un valore di 18 milioni di euro) ottenuti dal partito con un rendiconto, infedele secondo l’accusa, presentato nell’agosto 2011.
I due figli, invece, sono sospettati di appropriazione indebita in relazione alle loro spese personali pagate, secondo l’accusa, con i fondi del partito. Renzo e Riccardo Secondo fonti vicine alla vicenda, avrebbero percepito dal 2008 al 2011 circa 5 mila euro al mese a testa di paghetta. Sarebbero soldi sottratti alle casse di via Bellerio, per un totale di 480mila euro. La procura, inoltre, avrebbe contestato ai due rampolli spese extra per un ammontare di 129mila e 429 euro.
Ma non è tutto. Gli inquirenti starebbero svolgendo accertamenti su: 1,4 milioni destinati al Comitato di soccorso soci CrediEuroNord, 1,4 milioni alla guardia padana, 130 mila al SinPa e 700 mila alla scuola Bosina. Nell’indagine compaiono anche i nomi del senatore ed ex tesoriere lumbard Piergiorgio Stiffoni e l’imprenditore e consulente Paolo Scala.I pm di Milano, da quanto si è appreso, stanno vagliando anche le posizioni della moglie di Umberto Bossi, Manuela Marrone, e della vicepresidente del Senato, Rosi Mauro, che allo stato non sono indagate.

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