Famiglia nigeriana salvata dallo sfratto

Il proprietario dell'immobile ha sospeso il provvedimento. In Prefettura, invece, si è svolto un incontro tra gli enti sulla problematica abitativa a Brescia e provincia.

(red.) Ha raggiunto l’obiettivo prefissato il picchetto antisfratto organizzato in via Milano a Brescia dall’Associazione Diritti per tutti e dal Comitato provinciale antisfratti.
Una cinquantina di persone si è ritrovata giovedì mattina sotto lo stabile al civico 64 per sostenere una famiglia di origine nigeriana, padre, madre e due bimbe piccole, sottoposti a procedura di sfratto dal proprietario dell’immobile. Grazie all’intervento di mediazione il titolare dell’appartamento si è detto disposto a fermare la procedura.
La famiglia di Ogbemudia Ebhueramhen, 43 anni, origini nigeriane, dal 1996 in Italia, disoccupato da un paio di anni, con due figlie di 4 e 10 anni, dopo la perdita del lavoro, non è più stata in grado di pagare il canone d’affitto, di 500 euro mensili. Ora gli attivisti hanno chiesto un intervento risolutivo da parte del Comune di Brescia per la situazione di Ebhueramhen e di tante altri nuclei in simili condizioni.
Una delegazione si è quindi presentata all’ufficio Casa del Comune per chiedere che, in caso di indisponibilità del proprietario a stipulare un contratto d’affitto a canone concordato, la famiglia o la persona sfrattata possano trovare un alloggio Aler messo a disposizione per questi casi. L’assessorato guidato da  Bianchini ha dato la sua disponibilità a seguire la questione.
Nella giornata di giovedì si è svolto poi in Prefettura un incontro del “Tavolo Sfratti”, promosso al fine di fare il punto della situazione sull’emergenza abitativa in questa Provincia e di valutare le iniziative già in corso al riguardo.
Nel corso della riunione, alla quale hanno preso parte rappresentanti degli enti locali, dell’autorità giudiziaria, delle Forze dell’Ordine, nonché delle associazioni assistenziali e di alcune sigle sindacali, è stato confermato il trend di crescita degli sfratti per morosità, che ha assunto una crescita esponenziale negli ultimi anni, a causa dell’acuirsi della crisi economica.
A riprova della gravità della situazione, sempre monitorata al fine di prevenire ogni possibile turbativa all’ordine pubblico, si segnala il dato sempre più in ascesa delle famiglie iscritte nella lista dell’Aler, circa 2500, che attualmente vivono in abitazioni con locazioni a canone privato, non potendo beneficiare dei canoni di edilizia popolare pur rientrando nei parametri richiesti.
Dopo un riepilogo delle situazioni più critiche riscontrate nel territorio provinciale, è stato discusso il progetto, avviato dal Comune di Brescia, volto a incentivare i proprietari di immobili a rinunciare o sospendere le procedure di sfratto e ad applicare un canone concordato, a fronte di contributi economici offerti dallo stesso ente locale. Lo stesso progetto, secondo quanto confermato dall’assessore alle politiche per la casa del Comune di Brescia Bianchini, sarà ulteriormente “integrato” nei prossimi giorni.
Proprio in riferimento a tali percorsi finalizzati al contenimento delle procedure di sfratto, è emersa da più parti l’opportunità di apportare alcune modifiche alla normativa sull’Imu che permettano di applicare aliquote agevolate sugli immobili oggetto di contratti di locazione a canone concordato.
Altro problema sollevato dalla Loggia riguarda i vincoli del “Patto di Stabilità” che non permettono ai Comuni, anche quelli virtuosi, di poter varcare il limite di spesa per investimenti mirati, quali potrebbero essere quelli dell’edilizia sociale.
Le problematiche segnalate saranno sottoposte da parte della Prefettura alle compenti sedi governative, per le valutazioni di competenza. Alle stesse sedi sarà altresì divulgata ’iniziativa avviata dal Comune di Brescia relativa al contenimento delle procedure di sfratto, che potrebbe essere considerata una “buona pratica” a livello nazionale.

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