Rizzi verso la revoca dell’incarico in Regione

Questo lunedì il Carroccio decide sul destino dell'assessore che potrebbe essere sostituita da un altro ingresso "in rosa". La Lega vara la "fase II" al Pirellone.

(red.) Tocca alla Lombardia, adesso, sperimentare la ‘fase due’ della Lega, un partito messo in difficoltà dalle inchieste giudiziarie ma che già si candida per bocca di Roberto Maroni a guidare con un volto rinnovato la successione a Formigoni, nel 2013 o alla scadenza naturale della legislatura.
In Regione è data per imminente la sostituzione della bresciana Monica Rizzi, assessore allo Sport, a cui Umberto Bossi due anni fa affidò il figlio Renzo per il suo debutto in politica (alle regionali “Il Trota” ottenne a Brescia 13mila preferenze, diventando il più giovane consigliere al Pirellone) e che è stata anche indagata perché sospettata d’aver creato dossier per favorirlo (sabato il giornalista Leonardo Piccini, individuato fra le persone offese, ha ritirato la querela).
Renzo si è dimesso da consigliere regionale per lo scandalo sull’uso dei fondi della Lega, martedì l’Aula ne prenderà atto. La testa della Rizzi dovrebbe essere, invece, chiesta alla riunione del gruppo leghista al Pirellone, a cui prenderanno parte per la prima volta lo stesso Maroni e Roberto Calderoli, i triunviri lombardi del Carroccio. ”O la Rizzi si dimette o non avrà più la fiducia”, è la linea che porterebbe alla revoca delle deleghe all’assessore allo Sport, destinata a essere sostituita da un’altra donna leghista. La diretta interessata si è sempre detta ”serena” e sicura di aver agito senza ombre, ma la piega presa dagli eventi rischia di non risparmiarla.
Questo innescherebbe un nuovo rimpasto con ingressi ‘in rosa’ nella Giunta di centrodestra (si parla infatti di due altri avvicendamenti nel Pdl, dopo l’ingresso di Aprea e Colli a febbraio) anche se finora ufficialmente smentito. ”Se la Lega avrà delle richieste ne parleremo, come ho sempre detto la composizione della Giunta è figlia di un accordo tra il presidente e i due partiti di maggioranza”, si è limitato a rispondere Formigoni, sostenendo di non aver comunque avuto richieste dagli alleati sulla Rizzi.
La presenza di Maroni, Calderoli, del vicepresidente Andrea Gibelli insieme agli assessori alla riunione di lunedì è comunque un altro segnale del cambio di passo impresso con le espulsioni di Francesco Belsito e Rosi Mauro. Probabilmente non sarà indolore nemmeno questo passaggio, c’è chi scommette che fra i leghisti ci sia qualcuno pronto a opporre al caso Rizzi quello del presidente del Consiglio regionale, Davide Boni, indagato ma rimasto al suo posto poiché da via Bellerio ne hanno ‘respinto’ le dimissioni. Comunque andrà a finire la partita sui nomi, sul piano della stabilità politica, Maroni ha comunque assicurato che la Lega lavora per rimanere al governo della Lombardia. Anzi. Se nei tre recenti faccia a faccia con Formigoni è stato chiaro su questo, Maroni al Corriere della Sera ha detto qualcosa che tratteggia meglio l’orizzonte leghista: ”Siamo gente seria, non faremo cadere Formigoni. Se poi nel 2013 lui deciderà di andare a Roma, noi ci candideremo a governare la Lombardia”. Un sogno che, per chi conosce bene l’ex ministro, non è mai stato un mistero.

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