‘Maroni Giuda’, Bobo: ‘Giorno di passione’

I militanti davati alla sede del Carroccio in via Bellerio hanno sfogato la frustrazione contro il numero due della Lega. Maroni su Fb: "Da domani si riparte".

(red.) E’ la Settimana Santa e non poteva mancare, per analogia, con un riferimento alle vicende della Passione di Cristo, la ricerca del “giuda” traditore che ha messo in ginocchio Umberto Bossi e l’immagine della Lega Nord, travolta da una bufera giudiziaria che è solo alle fasi iniziali.
I militanti che nel pomeriggio di giovedì si sono ritrovati in via Bellerio per esprimere la loro solidarietà al ‘Capo’ hanno cercato fino all’ultimo di smentire la notizia delle dimissioni di Umberto Bossi, dando la colpa ai giornalisti e spingendosi anche a paragonare Roberto Maroni a Giuda, con alcuni volantini lanciati però sulla macchina sbagliata. Alla fine hanno dovuto accettare che il fondatore della Lega non è più il segretario federale.
Approfittando del cancello aperto per consentire l’ingresso di un’auto, si sono riversati nel cortile interno della sede gridando ‘Bossi, Bossi’ sotto le finestre della stanza in cui i dirigenti del Carroccio erano riuniti per il Consiglio federale, aggiungendo anche il coro: ‘Butta fuori i traditori’. Non solo, i militanti (poche decine eppure rumorosi) hanno anche mostrato un mega-striscione di quasi 30 metri con la scritta ‘Umberto Bossi la Lega sei tu’, con il quale un gruppo, si è visto all’ inizio anche l’ex autista di Bossi, Pino Babbini, è arrivato nel primo pomeriggio, rispondendo a un passaparola con cui i leghisti si erano dati appuntamento per ‘presidiare’ spontaneamente la sede del movimento durante la riunione convocata dopo lo scoppio del caso Belsito.
Erano forse meno numerosi di giornalisti, fotografi e cameramen, eppure questo spaccato di base ancora incredula sicuramente si è fatta sentire in via Bellerio. ”Bossi non si è dimesso e non si dimette”, è andata rassicurando la deputata veneta Paola Goisis, mentre i media annunciavano il contrario. Poi ha dovuto ricredersi, quando i partecipanti al Federale hanno iniziato a uscire e confermare la svolta nel partito. Stefano Galli, capogruppo in Regione Lombardia, ha spiegato che Bossi si è comportato ”con uno spirito da statista. E’ un grande uomo”. E l’emiliano Angelo Alessandri si eè spinto oltre affermando che il ‘Capo’ ”è il più grande uomo che abbia mai conosciuto nella mia vita”.
Parole dettate alla stampa che però non hanno calmato il nervosismo dei militanti presenti che a un certo punto, vedendo un’auto coi vetri oscurati uscire dal cancello hanno iniziato a urlare ‘buffone’ credendo si trattasse di quella di Maroni, e lanciando dei volantini con sopra l’immagine di un dipinto del bacio di Giuda affiancata a una di un bacio fra Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini e una con l’ex ministro dell’ Interno che poggia una mano sulla spalla di Bossi, con tanto di brano del Vangelo di Matteo come didascalia. Uno sfogo chiaro, dopo il quale molti militanti se ne sono andati da via Bellerio.
I pochi rimasti prima hanno urlato ‘traditore’ al segretario lombardo Giancarlo Giorgetti e poi, ormai sera, hanno inneggiato a Umberto Bossi mentre ormai l’ex segretario si allontanava in auto.
E, sempre in tema, è anche il messaggio che Roberto Maroni, nel “triumvirato” scelto per guidare il partito fino al prossimo autunno, ha postato su Facebook: “Oggi per noi”, ha scritto l’ex minsitro dell’Interno, “è il giorno della passione e del dolore, ma da domani si riparte”.
“Lasciate perdere i giornalisti prezzolati e le trasmissioni tv che ci sparano addosso”, ha scritto Maroni, che ha postato sul suo profilo un’immagine che lo ritrae con il senatur, “oggi per noi leghisti è il giorno della passione e del dolore, ma da domani si riparte. No non molliamo mai, chi ci da per morti ci allunga la vita. Iettatori fottetevi tutti, la Grande Lega è tornata più forte di prima. Godiamoci la santa Pasqua e poi alè, ripartiamo alla grande. Padania Libera”.

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