Fontana di S. Giovanni, restauro da 45mila euro

"Si tratterà di un intervento complesso", ha spiegato l’assessore Labolani nel giorno dell'avvio dei lavori, "che ridarà alla vasca il suo originario aspetto".

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(red.) Serviranno 45.876 euro per sitemare la fontana situata in contrada di San Giovanni, all’angolo con Corso Mameli. “Si tratterà di un intervento complesso”, ha spiegato l’assessore al Centro storico Mario Labolani, “che da un lato consentirà di rimuovere le cause che hanno rovinato l’antica fontana e dall’altro aggiusterà le alterazioni dei materiali, ridando alla vasca il suo originario aspetto”.
“Brescia”, ha continuato l’assessore, “era famosa nel secolo scorso come la città delle fontane, un primato che piano piano sta recuperando, a beneficio dei tanti cittadini che oggi si vedono riconsegnare suggestivi scorci di città sino a pochi mesi fa sporchi o rovinati dall’incuria.”
I lavori sono iniziati lunedì e passeranno attraverso alcune azioni complesse: la rimozione delle cause del danno, il rallentamento della velocità dell’alterazione dei materiali, la salvaguardia degli aspetti formali ed estetici dell’intervento, il rispetto dell’opera e il suo contenuto di informazioni storiche e tecnologiche.
Le origini della fontana si perdono nella storia. Nei diari, nei resoconti di viaggio dei forestieri che visitarono Brescia dal Seicento al secolo scorso, è ricorrente l’accenno a una caratteristica della nostra città, l’abbondanza delle fontane pubbliche e private. La fontana di S.Giovanni che oggi possiamo vedere collocata in una apposita nicchia a metà di Corso Mameli, ha preso il posto di un’altra fontana, molto più antica, che con il tempo si era molto degradata. Lo si può arguire leggendo l’iscrizione che compare sull’attuale fontana, ancora ben visibile: “Iniuria temporum squallens”.
La fontana oggetto di restauro risale al 1826 e rientra nell’ampio piano di revisione urbanistica, iniziato durante l’amministrazione francese e proseguito, dopo il 1814, dal governo austriaco. Lo stile è quello neoclassico che caratterizza questo periodo della storia urbanistica di Brescia e che ha l’eleganza delle protomi alate e delle ghirlande di fiori e frutta. Un secolo d’oro l’Ottocento per le fonti, visto che nel 1859 se ne contavano 78 pubbliche e 1.840 private. Procedendo negli anni, nel 1882, le statistiche affermavano che le fontane a getto continuo erano 2.286 e, ancora nel 1904, le fontane pubbliche erano 71.

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