Cromo nell’acqua, rivolta a Chiesanuova e Sereno

Chiesto al Comune di usare nelle mense scolastiche solo acqua in bottiglia. I livelli sono nei limiti, ma per le famiglie il valore è studiato per gli adulti, non per i bimbi.

(p.f.) Ai quartieri di Chiesanuova e Villaggio Sereno a Brescia moltissime famiglie ormai usano in casa l’acqua delle bottiglie, acquistata al supermercato, anche per preparare il caffè o cucinare la pasta. Non si fidano dell’acqua del rubinetto, ‘arricchita’ dal cromo, pur se nei limiti di legge. E vorrebbero che anche nelle mense scolastiche ai bambini fosse consentito bere l’acqua delle bottiglie. Perché il cromo, totale e esavalente, nell’acqua dei rubinetti c’è.
Lo dicono i dati delle nuove analisi commissionate dal Comitato genitori della primaria “Deledda”, in via Parenzo a Chiesanuova, e da un genitore della scuola “Marcolini” del vicino Villaggio Sereno. I risultati dicono che alla “Deledda” ci sono 7,7 microgrammi al litro di cromo totale e 6,1 di cromo esavalente (analisi 2 marzo 2012), mentre alla “Marcolini” siamo a quota 27 di cromo totale e 13 di cromo 6 (analisi 19 marzo 2012). Visto che il problema cromo non riguarda solo le scuole, ma l’intero quartiere, i genitori hanno fatto analizzare anche l’acqua del rubinetto delle proprie abitazioni, chiedendo esplicitamente di cercare il cromo esavalente.
Dalla prima analisi già disponibile sono stati rilevati 33 microgrammi/litro di cromo totale e 8,1 di cromo esavalente. Vero è che i valori sono entro i limiti. La legge prevede infatti che in falda il limite di cromo totale sia di 50 microgrammi/litro, mentre per il cromo esavalente si scende a 5 microgrammi/litro. Per l’acqua prelevata dal rubinetto, il limite di 50 riguarda solo il cromo totale.
“Perché il limite di falda per il cromo esavalente deve essere così basso e quando la eroghi dal rubinetto non è importante? Il limite è studiato per gli adulti, ma sui bambini che effetto fa un’esposizione così importante e prolungata nel tempo?”, si è chiesto il Comitato, “ci è stato anche consigliato di controllare che nell’acqua della scuola non ci sia Pcb, visto che le tubature dell’edificio non sono nuovissime. Lo faremo in futuro”. Avuti i risultati delle analisi, il Comitato ha preso carta e penna ha scritto al servizio mensa del Comune per chiedere di usare a scuola l’acqua in bottiglia, dando la piena disponibilità anche a sobbarcarsi i costi. Un secco ‘no’, la risposta ricevuta, perché il bando per la gara d’appalto è stato già chiuso e non si può riaprire, e soprattutto perché le autorità competenti certificano che l’acqua è potabile. Proprio alle autorità competenti, alias la Asl, il Comitato ha scritto, tramite il dirigente scolastico dell’I.C. Franchi, Piero Maffeis, per chiedere ulteriori analisi, alla luce dei nuovi risultati.
Anche qui, la risposta è stata picche, perché le analisi sulle acque “hanno sempre dato esito favorevole per conformità dei parametri a quanto previsto dal D. Lgsl. n.31/2001 e s.m.i. Poiché i plessi scolastici sono tutti collegati all’acquedotto comunale, comprenderà bene la S.V. come sia pleonastico e superfluo analizzare l’acqua al rubinetto”.
Ma il cromo è solo uno dei tasselli del puzzle nel quartiere. C’è il Pcb, presente nei giardini privati e nei parchi pubblici (anche se di cartelli che avvisino del pericolo non ce ne sono più). Come dimenticare poi il Pm10 rilevato tra l’altro da una centralina che è collocata proprio al Villaggio Sereno?
Ma ora i genitori vogliono che si passi all’azione. Il 14 e 15 aprile sarà organizzata una raccolta firme di tutti i residenti, con dei gazebo davanti alla scuola “Deledda”, per chiedere a Comune e Provincia la bonifica nei quartieri interessati dal problema Pcb e una soluzione del problema acqua nelle scuole.  L’obiettivo è di creare un coordinamento dei comitati della circoscrizione Sud. “Siamo disposti ad andare avanti”, ha concluso il Comitato, “anche con metodi non convenzionali”.

 

 

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