San Polo, Albanese resta in carcere

Il gip Marco Cucchetto ha convalidato il fermo e disposto una "stretta sorveglianza" sull'uomo in carcere. Intanto si scava nella vita del camionista.

(red.) Convalidato l’arresto di Mario Albanese, il camionista 34enne che domenica mattina a San Polo (Brescia) ha ucciso a colpi di pistola quattro persone: l’ex moglie Francesca Alleruzzo, l’amico della donna Vito Macadino, la figlia di primo letto di Francesca, Chiara Matalone e il fidanzatino della ragazza, Domenico Tortorici.
Il gip Marco Cucchetto ha disposto dunque sia la convalida del fermo sia la permanenza in carcere “sotto stretta sorveglianza” dell’autotrasportatore di origini baresi. L’uomo è accusato di pluriomicidio aggravato dalla premeditazione e di porto di arma clandestina e modificata.
Albanese ha incontrato in carcere il suo legale, Alberto Scapaticci, che ha riferito che l’uomo è molto provato dal punto di vista psicofisico e che appena sarà in grado fornirà la sua versione dei fatti.
Ma per il gip quello compiuto dal 34enne è un eccidio dovuto ad “un’assoluta incapacità di controllare le proprie azioni”, e anche da “una spietata e inaudita modalità vendicativa”. “Il gesto”, sottolinea il giudice “non è stato un fulmine a ciel sereno”.
Molti gli elementi ancora da chiarire: dov’era Albanese prima di recarsi in via Raffaello deciso a cancellare con i colpi di un caricatore la vita dell’ex moglie e la sua? Aveva forse parlato con qualcuno della sua situazione matrimoniale e dei problemi che lo tormentavano?
Da stabilire anche se l’uomo, prima dell’eccidio si trovasse in un bar della città, da cui si è allontanato per attendere Francesca e Vito di ritorno da una serata passata in compagnia.
E ancora: perché nell’auto della maestra si trovava un’ascia di novanta centimetri ? Era stata messa lì da Albanese? Con che intenzioni? Da usare contro la donna e magari il suo nuovo amico o per entrare in casa? E’ emerso infatti che, qualche tempo fa, Francesca aveva cercato di sostituire la serratura dell’ingresso per evitare che l’ex marito facesse irruzione in continuazione, con l’intento di sorvegliare i suoi movimenti. Ma non vi era riuscita perché Albanese, venuto a conoscenza della cosa, si era precipitato in via Raffaello e aveva fatto una scenata, comprensiva anche dell’aggressione al fabbro che stava lavorando. Gli inquirenti hanno rintracciato l’artigiano in questione, per verificare questa versione.
Che Francesca fosse pressata dall’insistente gelosia dell’ex compagno è emerso da più testimonianze: una mattina la donna, di professione insegnante, si era presentata a scuola con un occhio nero. E pare che Mario una volta sia andato alla scuola Raffaello Sanzio, presentandosi in segreteria e insultando il personale. Urla, un computer sbattuto per terra e tutto perché nella sua logica a Francesca era stato fatto uno sgarro. Ci sono poi gli sms inviati da Albanese alla moglie: “Dove sei, ho controllato ma non ti ho trovato”.
Intanto, su un altro fronte, carabinieri e squadra Mobile della polizia, ma anche la Guardia di Finanza e la polizia postale stanno scavando nella vita di Albanese, mettendo sotto controllo conti correnti, partita iva, ma anche i computer e i telefoni di Albanese e quelli delle vittime. Sarebbe emerso anche che l’uomo fosse solito frequentare pregiudicati e spacciatori, dai quali avrebbe acquistato la droga che aveva assunto prima di compiere la strage.

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