Cava Piccinelli, scoperti altri rifiuti tossici

Le scorie da acciaieria abbandonate a pochi metri dall’ex cava Piccinelli di Brescia. In un sito strategico sversate 15mila tonnellate di rifiuti speciali pericolosi.

(red.) Ancora scorie abbandonate all’ex cava Piccinelli di San Polo a Brescia, il sito contaminato da Cesio radioattivo come documentato da un’inchiesta di Radio Popolare.
Questa volta non riguarda di una storia di vent’anni fa, ma di un nuovo caso di abbandono di rifiuti pericolosi scoperto nel 2009.
Si tratta 15 mila tonnellate di scorie di acciaieria miste a “fluff”, cioè pezzi di automobili contaminate da diossine e inquinanti supertossici. Secondo i rilievi la montagna di scorie non sarebbe costituita da rifiuti radioattivi, anche se sulla strada di accesso alla cava, mai interdetta dalle autorità, il valori superano tre volte il fondo naturale.
La nuova area inquinata è adiacente a quella radioattiva sequestrata nel 1998, a separarle solo una recinzione da giardino. Ma ancora una volta nessuno si è accorto di quanto stava accadendo alla cava: nemmeno che la proprietaria stava affittando, con regolare contratto, l’area contaminata da Cesio 137. Ed è probabile che qualcuno si sia introdotto nell’area radioattiva.
Nel frattempo chi ha sversato le scorie, come 15 anni fa, è già scomparso, mentre la proprietà si dichiara vittima e parte lesa. Il risultato è che a pagare la bonifica sarà il Comune, cioè i cittadini: una spesa da 2 milioni e 500 mila euro.

 

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