La procura indaga su un tesoretto da 700mila euro

Non ci sarebbe solo la tangente da 100mila euro a gravare sulla testa del politico bresciano, che avrebbe agito alle spalle del partito per mettere da parte un bel gruzzolo.

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    (red.) Settecentomila euro. A tanto ammonterebbe il presunto “tesoretto” accantonato dall’ex vice presidente del consiglio regionale della Lombardia, Franco Nicoli Cristiani, in carcere dallo scorso 30 novembre.
    Non ci sarebbe, quindi, solo la tangente da 100mila euro a gravare sulla testa del politico bresciano, che avrebbe agito alle spalle del partito per mettere da parte un bel gruzzolo tramite l’associazione “Amici del Pdl”, da lui creata solo pochi giorni dopo la nascita dell’omonima associazione fondata da colleghi di partito bresciani, Viviana Beccalossi e Giuseppe Romele, che aveva lo scopo di creare un fondo cassa per spese elettorali. Di fatto c’erano due realtà con lo stesso nome, che raccoglievano soldi a nome del Pdl.
    Ma secondo la Procura di Brescia
    i soldi raccolti da Nicoli tramite donazioni di privati, i 700 mila euro appunto, non sarebbero mai arrivati al partito. Beccalossi e Romele sono stati sentiti nei giorni scorsi come persone informate dei fatti e parte lesa.

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