“Buffalora, il problema è la discarica Ecoservizi”

Il Codisa riporta l'attenzione su una vicenda scoperta nel 2007 e che non ha trovato una soluzione: "Amministrazione inefficace e imprenditori senza scrupoli".

(red.) “La vicenda relativa alla discarica di rifiuti tossico nocivi Ve-Part (ex Ecoservizi) presenta, da un lato, rischi ambientali tali da far passare in secondo piano quelli relativi alla discarica di amianto di Via Brocchi, ai bitumifici che tanti problemi creano nel quartiere di Buffalora, al cesio 137 dell’ex cava Piccinelli”.
A parlare così è il portavoce del Codisa Gabriele Avalli, che se la prende con “l’inefficacia della pubblica amministrazione quando trova davanti a sé imprenditori inadempienti che, a causa di comportamenti irresponsabili, potrebbero provocare veri disastri ambientali difficilmente sanabili”.
La discarica versa in pessime condizioni: “Il Codisa lo sa da tre anni e ripetutamente ha denunciato la cosa. Anche alla Commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti che nel maggio 2011 era a Brescia e sentì il titolare e fondatore della Ecoservizi e della Intergreen, Andrea Calubini in rappresentanza della Compagnia delle Opere”.
“Questa vicenda”, spiega Avalli, “pur iniziando nel 2007, è arrivata al 2012 senza vedere una soluzione, anzi, ad oggi il problema è ancora più grave, dato che nel corso di questi anni, nulla ha fatto la proprietà per cercare di risolvere definitivamente questo problema. Nonostante le continue richieste provenienti dagli enti pubblici, Provincia in testa”.
Secondo il Codisa “emerge che la fase di post gestione delle discariche è inefficace e non sufficientemente incisiva, non garantisce che i proprietari ottemperino alla soluzione di eventuali problemi che potrebbero sorgere perchè le cifre delle fideiussioni a garanzia del territorio sono del tutto inadeguate. Da qui la necessità di una nuova legislazione che dia maggiori tutele e garanzie”.
Altro aspetto non secondario sono gli elevati costi di ripristino, bonifica, controlli, analisi che “anche stavolta ricadono ingiustamente sulle istituzioni, quindi sui cittadini. Come accaduto altre volte, a pagare è sempre Pantalone. E’ inaccettabile che tutti i lavori necessari per la messa in sicurezza della discarica vadano a carico degli enti pubblici e non sulla proprietà che, durante il conferimento dei rifiuti ha conseguito lauti guadagni”.
La questione più impellente, comunque, è quella del rischio ambientale “altissimo e grave. Se il problema non viene risolto urgentemente è prevedibile che il percolato contamini la falda ed il territorio circostante. Sempre che ciò non sia già in atto. A questo punto, la zona sud/est di Brescia, i quartieri di S.Polo, Sanpolino e Buffalora si ritrovano con un’altra tegola ambientale sulla testa. Come se non bastassero tutte quelle che già ci sono”.

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