Cristiani: “Sbloccare pensione e liquidazione”

L'ex vicepresidente lombardo ha fatto richiesta, tramite i suoi legali, che vengano scongelati gli emolumenti al Pirellone. "Diritti reali acquisiti".

(red.) Mentre è in attesa che il Tribunale del Riesame di Milano decida sulla richiesta di arresti domiciliari inoltrata dai suoi legali, l’ex vicepresidente del Consiglio regionale lombardo, il bresciano Franco Nicoli Cristiani, ha inviato una lettera al Pirellone, protocollata giovedì mattina all´ufficio di presidenza del consiglio, in cui chiede di “scongelare” la pensione e la liquidazione, messi in stand-by dopo l’arresto dell’esponente del Pdl avvenuto alla fine di novembre per una presunta vicenda di tangenti.
Gli avvocati di Nicoli hanno formulato ufficialmente la richiesta  che vengano versati al loro assistiti i 3.700 euro di pensione (maturati in 16 anni di incarichi politici e 4 legislature al Pirellone), oltre che i 380 mila euro di liquidazione.
Il governatore Roberto Formigoni deve ora dipanare una vicenda alquanto imbarazzante perché, se da una parte i legali di Nicoli definiscono “legittima “ la richiesta adducendola a “diritti reali acquisiti” da parte dell’ex vicepresidente, dall’altra il Consiglio aveva deliberato per la sospensione degli emolumenti, e aveva dato madato ai proprio avvocati di costituirsi parte lesa nel processo a carico degli indagati per la vicenda delle mazzete e dei presunti reati ambientali contestati nell’inchiesta della procura di Brescia.
La palla ora passa alla presidenza del Consiglio regionale che, annunciando il probabile blocco del Tfr, si era riservata “la possibilità di modificare l´entità della somma oggetto di fermo amministrativo in ragione di ulteriori informazioni che saranno acquisite dall´avvocatura regionale nel corso del procedimento penale citato”.

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