“A Brescia non servono centri commerciali”

Lo evidenzia Confesercenti nelle osservazioni al Pgt presentate in Loggia. In città sono quasi 5mila le attività presenti, la media più alta tra i capoluoghi in Lombardia.

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(red.) Sono numerose e dettagliate le osservazioni al Pgt (Piano di Governo del Territorio) del Comune di Brescia presentate da Confesercenti.
Osservazioni che entrano nel merito dei singoli interventi relativi al commercio ed alle strutture ricettive previsti dallo strumento urbanistico, proponendo soluzioni articolate che comunque mirano a non realizzare poli commerciali alternativi alla rete distributiva attuale.
Un ‘no’ netto e fermo alla ipotizzata realizzazione di nuovi poli commerciali quello che emerge dal documento inoltrato in Loggia dalla associazione dei negozianti che chiede “meno superficie edificabile, niente nuove grandi strutture di vendita e nessun altro albergo”.
Il contenuto e i dati complessivi delle osservazioni consegnate, sono state illustrate nel corso di una conferenza stampa nella sede di via Salgari a cui hanno preso parte il presidente di Confesercenti Brescia, Pier Giorgio Piccioli; il direttore Alessio Merigo e il vicedirettore Fabbio Baitelli; Francesca Guzzardi e Antonio Massoletti, rispettivamente presidente e vicepresidente del Consorzio Brescia Centro.
Poco meno di 4mila commercianti, lavoratori, cittadini e fruitori del centro storico di Brescia, hanno aderito all’invito di Confesercenti e con la determinante collaborazione del Consorzio Brescia Centro sono state presentate osservazioni al Pgt adottato su tre aspetti: la riduzione della Superficie Lorda di Pavimento (Slp) edificabile; la non realizzazione di nuovi poli commerciali costituiti dal medie e/o da grandi strutture di vendita; l’esclusione della possibilità di realizzare nuove strutture ricettive.
Il 20 dicembre Confesercenti ha anche depositato le proprie osservazioni, che in premessa richiamano la vicenda degli accordi di programma e contestano la procedura parallela che si è voluto attivare mentre era in discussione il Pgt.
In particolare viene documentata l’elevata quantità dell’offerta di cui Brescia è dotata in confronto agli altri capoluogo lombardi: “una quantità tale”, sottolinea l’associazione di categoria, “da far ritenere che il Pgt non ha alcuna necessità di dover prevedere altre consistenti dosi di superfici commerciali”.
Così com’è, viene sottolineato in via Salgari, “la rete distributiva esistente è già in grado di soddisfare le esigenze di un capoluogo di 300.000 abitanti” e “ciò vale anche per le strutture ricettive, che vivono uno stato di scarso utilizzo delle camere disponibili”.
Non convince Confesercenti nemmeno l’obiettivo dei 220.000 abitanti, “rispetto ai quali”, viene sottolineato, “nel Pgt si dovrebbe intervenire per assicurare le infrastrutture necessarie”.
La soluzione individuata da Confesercenti è nel “recupero di un rapporto mai adeguatamente coltivato con l’hinterland che, seppur rispettoso
delle singole competenze, riesca a sfruttare l’occasione del Pgtper trovare le necessarie convergenze sulle linee di sviluppo, anche delle strutture commerciali e turistiche, che non possono esaurirsi negli ambiti amministrativi”.
L’osservazione presentata da Confesercenti entra nel merito delle scelte del Pgt e per gli ambiti di trasformazione e per i progetti speciali ha formulato specifiche proposte.
Per l’associazione favorire la presenza diffusa del commercio non significa però realizzare nuovi poli commerciali, anzi, viene sottolineata l’esclusione di nuove grandi strutture di vendita e la possibilità di agevolare i trasferimenti delle medie strutture di vendita, purché siano veramente tali. Oltre a ciò si aggiunge  l’introduzione di limiti per la presenza del commercio quando è prevista come destinazione d’uso complementare e, in aggiunta l’esclusione di nuove strutture ricettive.
In questo modo”, sottolinea l’associazione di categoria, “si permette alla città di mantenere uno standard di servizio molto superiore alla media dei capoluoghi lombardi, senza però introdurre squilibri o vanificare gli sforzi finora compiuti per salvaguardare la presenza dei negozi di prossimità nelle periferie e nelle frazioni e per rivitalizzare il centro storico”.
Sono state formulate anche proposte di modifica dell’art.70 delle Norme Tecniche di Attuazione, invitando a “meglio dettagliare la possibilità data di trasformare attività al dettaglio in commercio all’ingrosso e per consentire una migliore fruizione degli spazi esterni dei pubblici esercizi nel periodo invernale”.
Infine, viene rilanciata la richiesta di “intervenire, tramite il Piano di Governo del territorio, “in modo organico sul tratto che inizia da Via Spalto S. Marco, prosegue per Via Vittorio Emanuele II, Via dei Mille e termina alla fine di Via Lupi di Toscana, lungo circa tre chilometri, ricco di contenitori vuoti o che prossimamente si svuoteranno, strategicamente molto importante per l’accesso al centro storico”.
“Il centro storico e tutto il commercio cittadino”, viene rimarcato dalla sede di via Salgari, “subiscono la presenza di una struttura quale il Freccia Rossa: ora si vorrebbe replicare in altre zone della Città con volumi commerciali molto rilevanti e sempre decentrati”.
Il riferimento è alla ipotizzata realizzazione di superfici di medie e grandi strutture di vendita che il comune vorrebbe costruire presso il nuovo stadio a Buffalora, nell’ex Pietra, a Sant’Eufemia, in Via Triumplina e negli ex Magazzini Generali.
Per Confesercenti c’è “il concreto rischio che per pure esigenze immobiliari e senza fondati motivi basati sull’andamento della domanda e dei consumi, Brescia veda incrementare il commerciale per oltre 100.000 mq, distribuito in modo da coprire varie parti del nostro territorio, in una manovra perfetta di accerchiamento del nucleo antico”.
Attualmente infatti, secondo i dati forniti dall’associazione degli esercenti, a Brescia gli esercizi commerciali sono quasi 5mila. “Una dotazione di offerta”, viene evidenziato, “che la colloca ai primi posti in Lombardia”.
Per superficie di vendita ogni 1.000 abitanti, Brescia (2.962 mq) è vicina al doppio della media regionale (1.611 mq) ed è ben oltre la media dei capoluoghi lombardi (1.941 mq).
Anche sul numero di attività per 1.000 abitanti, Brescia con 25,15 esercizi è in testa seguita dai 19,84 della media tra i capoluoghi regionali e dai 12,41 della media dell’intera Lombardia.
L’analisi dell’associazione rileva che lo stacco avviene in tutte le tre tipologie: esercizi di vicinato, medie e grandi  strutture di vendita. Anche l’hinterland cittadino “esprime una formidabile capacità d’attrazione, basata su tante strutture di grande distribuzione e su numerosi centri  commerciali”, mentre “il centro cittadino rappresenta il vertice di un sistema distributivo che per qualità e quantità è in grado di soddisfare le esigenze di consumatori che vanno ben oltre i confini comunali”.
La rete dei pubblici esercizi, formata da più di 1.500 attività, “assicura servizi diffusi e qualificati”. “Sono esercizi”, ribadiscono dall’associazione di categoria, “che contribuiscono al mantenimento delle relazioni sociali ed alla  vitalità dei luoghi dove sono collocati”.
Il Pgt insomma, non deve farsi carico di lacune o carenze in campo commerciale, al contrario, per i commercianti, “al fine di non vanificare le azioni fatte o di sprecare prezioso territorio da conservare o da dedicare ad altre funzioni, il Pgt dovrebbe avere come obbiettivi il consolidamento delle politiche di salvaguarda del servizio di prossimità e di rafforzamento dell’attrattività del centro storico”.
Questo anche in considerazione dei flussi turistici che, nel 2010 hanno segnato un livello più elevato dal 2002 (anno rispetto al quale la crescita è stata del 31%), ma “sul fronte delle presenze turistiche si è registrato una netta contrazione”.
La permanenza media a Brescia dei turisti è passata, secondo i dati di Confesercenti, “dai 3,3 giorni del 2002 ai 2,5 del 2010, tornando quindi a livelli inferiori rispetto allo stesso 2002”.
Per l’associazione ciò deriva anche dalle criticità del settore alberghiero, “i cui indici di occupazione dei posti letto sono diminuiti del 13,6% rispetto al 2002” e “ha inciso significativamente anche il contestuale aumento del 30,5% dei posti letto nel medesimo periodo, per effetto dell’apertura di nuove strutture alberghiere”.
In sintesi sono tre le criticità generali rilevate: la forte edificabilità prevista, gli enormi spazi commerciali realizzabili, la possibilità di realizzare nuove strutture ricettive.
Per i rappresentanti dell’associazione di via Salgari, “oggi Brescia deve privilegiare il recupero del rapporto con un hinterland cresciuto notevolmente negli ultimi anni, rapporto che finora non è mai stato adeguatamente sviluppato”.
Per Confesercenti, “è dal capoluogo che deve partire l’iniziativa di ricercare la condivisione con i comuni limitrofi sulle strategie di medio e di lungo periodo ed il Pgt appare come lo strumento più idoneo per questo nuovo inizio” e anche per “ottenere risultati significati e duraturi se le realtà circostanti vanno in tutt’altra direzione”.
Oltre alle osservazioni sulla limitazione della Slp nelle aree previste dal Pgt Confesercenti chiede anche alla Loggia di prevedere altre azioni per “migliorare l’accoglienza dei visitatori”. In particolare è stata formulata la richiesta “per i pubblici esercizi che hanno avuto la disponibilità del suolo pubblico, di valutare l’opportunità di rendere possibile la realizzazione di strutture all’esterno che ne consentano la fruizione anche durante i mesi invernali, nel rispetto di standard qualitativi da definire”.
In particolare la richiesta si sofferma sul tratto che “inizia da Via Spalto S. Marco, prosegue per Via Vittorio Emanuele II, Via dei Mille e termina alla fine di via Lupi di Toscana, lungo circa tre chilometri, meriti una programmazione coordinata dell’utilizzo degli spazi e dei contenitori vuoti o che prossimamente si svuoteranno”.
L’elenco prevede anche “una circolazione a bassa velocità, l’individuazione di nuovi parcheggi ed un idoneo arredo urbano”, così da “agevolare la sosta alle soglie del nucleo antico offrendo un ambiente ospitale e rispettoso del contesto ambientale, storico e monumentale, offrendo così un ingresso diretto al centro storico, piacevole e senza pericolosi attraversamenti per i pedoni”.

 

 

 

 

 

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