Green Hill, la battaglia va avanti

Prosegue la mobilitazione a Montichiari. Turn over per gli animalisti, decisi a continuare la protesta che, però, è autorizzata dalla questura fino al 13 dicembre.

(red.) Non demordono gli attivisti a Montichiari (Brescia), decisi a proseguire (con o senza sciopero della fame) la protesta contro la Green Hill, la cosiddetta “fabbrica di cavie” al centro di una bufera mediatica e politica che si è estesa oltre i confini della provincia bresciana.
Il presidio contro l´allevamento di cani destinati alla vivisezione continua con il gruppo dei cosiddetti “Cani sciolti”, gli animalisti che, dallo scorso venerdì 2 dicembre, hanno inscenato una protesta davanti al Municipio della cittadina bresciana, dopo avere consegnato al sindaco Elena Zanola le quasi 17 mila firme raccolte per chiedere la chiusura del “lager di animali”.
Qualcuno dei manifestanti ha abbandonato il campo, ma si è attivato un turn over per non lasciare “scoperta” la piazza e proseguire ad oltranza nella manifestazione.
Il fronte della protesta non sembra però compatto, registrando la presa di distanza del comitato “Montichiari contro Green Hill” dai “Cani sciolti”, mentre il coordinamento Fermare Green Hill che invece ha appoggiato lo sciopero della fame.
Il presidio, allo stato attuale delle cose, è stato autorizzato dalla questura di Brescia fino alla giornata di martedì 13 dicembre. Gli attivisti attendono che le azioni intraprese dall’ex ministro Michela Brambilla a favore della chiusura dell’azienda e da altri politici (tra cui l’eurodeputato Andrea Zanoni dell’Idv) portino a qualche risultato concreto già nelle prossime ore.

 

 

 

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