I magistrati milanesi, dopo la trasmissione di parte degli atti dell’inchiesta disposta dai loro colleghi bresciani, hanno anche contestato nel capo d’imputazione un ulteriore episodio di corruzione, oltre alla consegna a Nicoli di 100mila euro da parte dell’imprenditore bergamasco Pierluca Locatelli per accelerare l’autorizzazione per una discarica di amianto nel Cremonese.
Lo stesso Locatelli, nel suo interrogatorio dopo l’arresto, aveva raccontato di aver promesso all’uomo politico altri 100mila euro sempre per lo stesso motivo. Il pm di Milano ha quindi chiesto la rinnovazione della misura cautelare per Nicoli, Locatelli, la moglie di questo, Orietta Rocca (ai domiciliari) e il responsabile degli staff dell’Arpa (Agenzia regionale per l’ambiente) della Lombardia, Giuseppe Rotondaro.
Sulla richiesta dovrà pronunciarsi il gip Elisabetta Meyer.
Nel frattempo, mercoledì sono previsti davanti al gip di Brescia gli interrogatori di sei persone poste ai domiciliari nell’ambito del filone d’inchiesta sul traffico di rifiuti. A Milano è stata infatti trasmessa la parte riguardante la corruzione in quanto la consegna del denaro era avvenuta nel capoluogo lombardo.
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