Brebemi, “Lì sotto c’è di tutto”

Nuove intercettazioni telefoniche sulla Locatelli, l'impresa che avrebbe conferito materiali illecitamente smaltiti nei cantieri dell'autostrada in fase di costruzione.

(red.) Nel materiale c’era dentro legna, plastica, cellophane, “c’è dentro di tutto, tubi di plastica, anche roba grossa, è sporco tantissimo insomma, vai lì a vedere, sembra la discarica lì”.
Questa una delle conversazioni telefoniche, intercettate dai carabinieri, nell’ambito dell’inchiesta per corruzione e traffico illecito di rifiuti che ha portato all’arresto del vice presidente del Consiglio regionale lombardo, il bresciano Franco Nicoli Cristiani e di altre nove persone.
Nella telefonata, a parlare, è Bartolomeo Gregori, 42 anni, di Telgate, il responsabile della gestione dei mezzi e degli autisti dell’impresa Locatelli, imprenditore indagato dalla procura di Brescia per smaltimento illecito di rifiuti e per tangenti.
Gregori si rivolge a Giovanni Battista Pagani, 51 anni, di Pontoglio (Brescia), ritenuto il factotum di Pierluca Locatelli. Secondo l’accusa questo dialogo dimostrerebbe che nel fondo stradale della Brebemi l’impresa di Grumello del Monte avrebbe riversato materiale sporco, che mai avrebbe dovuto esservi conferito.
L’ingegner Gregori, quindi, secondo gli inquirenti, si sarebbe pesantemente lamentato per la qualità del materiale recapitato dall’impresa di Grumello, non solo, avrebbe anche contattato Walter Rocca, di Bolgare, (ora ai domiciliari,) responsabile dell’impianto di trattamento rifiuti (ora sotto sequestro) del gruppo Locatelli situato a Calcinate in località Biancinella, riferendo di essere stato rimproverato perché “il materiale non è uniforme”.
L’accusa ritiene che proprio dall’impianto si diramasse il traffico illecito dei rifiuti. Alla Biancinella, secondo gli inquirenti, i camion arrivavano con le scorie industriali, soprattutto asfalto fresato (il 90%, contro un massimo consentito del 2%), ma ripartivano quasi subito, troppo rapidamente perché il materiale venisse scaricato e poi ne venisse caricato altro “pulito”.
Il tempo di permanenza sarebbe quindi stato solo quello necessario a cambiare la bolla di accompagnamento e non, invece, quello utile a sottoporre i carichi ai trattamenti previsti della legge e dai capitolati di appalto concessi da Bbm (general contractor di Brebemi) che, in una nota, ha ribadito di “essere completamente estraneo alle ipotesi di reato in corso di accertamento, non è destinatario di alcun provvedimento di natura giudiziaria ed è, invece, parte lesa”.
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