Contraffazione, due operazioni da 40mila euro

Blitz messi a segno dalla polizia locale di Brescia. Due appartamenti utilizzati come magazzini. Nei guai un gruppo di cittadini senegalesi.

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(s.s.) Ha un valore di circa 40mila euro la merce contraffatta sequestrata dagli agenti della polizia locale di Brescia in due distinte operazioni. In entrambi i casi i capi sono stati tolti a stranieri di etnia senegalese, ormai i detentori del monopolio sul nostro territorio di questo tipo di commercio illegale.
Centinaia di cinture, portafogli, orologi, borse, polo, giacconi e scarpe dei marchi più famosi (Gucci, Dolce e Gabbana, Burberry, Louis Vitton, Moncler…) sarebbero finiti sui banchi di venditori ambulanti, anche italiani regolari, soprattutto in vista delle festività dei Santi, di Natale di San Faustino. Ora invece, quando l’autorità giudiziaria lo consentirà, verranno portati all’inceneritore così come dispone la legge.
Il primo sequestro di materiale è avvenuto la settimana scorsa in un appartamento di via Ghidoni 30 e sono stati denunciati a piede libero due fratelli senegalesi. Nella seconda operazione, avvenuta pochi giorni fa, gli agenti sono entrati nell’immobile di via del Santellone 13 dopo che, durante dei controlli antiprostituzione, avevano notato un via vai di cittadini stranieri con grandi sacchi di cellophane. Anche in questo caso la denuncia a piede libero è scattata nei confronti di un giovane senegalese di 28 anni.
“Purtroppo in queste operazioni la legge non ci viene in aiuto. Perché a meno che non si riesca a dimostrare che in quei luoghi avvenga anche la vera e propria contraffazione dei capi, chi viene fermato può prendersi solo una denuncia a piede libero, che spesso si aggiunge ad altre già collezionate, magari nello stesso ambito”, ha spiegato il vicesindaco con delega alla Sicurezza Fabio Rolfi.
“Bloccare questo tipo di traffici all’origine è un grosso vantaggio per il commercio, eppure non c’è ancora un regime sanzionatorio adeguato”. Il comandante Roberto Novelli ha spiegato come, dopo anni di repressione su strada, il fenomeno presente soprattutto in corso Palestro in città sia stato quasi del tutto smantellato, “grazie anche alla presenza di poliziotti in borghese che riuscivano così ad aggirare i pali. Ora portiamo avanti opere di intelligence per intercettare la merce nei luoghi di stoccaggio”.
Materiale che fa spesso un giro molto lungo prima di arrivare a Brescia. Le etichette contraffatte che vi vengono apposte, ad esempio, sembrano giungere da Napoli, mentre i capi in sé anche da più lontano. A Brescia non ci sono laboratori, nella nostra città vengono solamente assemblati e distribuiti. “Una filiera molto lunga che deve essere intercettata a monte”. E fra i clienti ci sono non solo commercianti ambulanti di origine straniera, ma anche italiani che poi la smerciano nei mercati rionali cittadini e provinciali. “Per questo abbiamo intenzione di potenziare i controlli anche nei regolari mercati settimanali”, ha concluso Novelli.
“Intervenire sulla strada era diventato pericoloso anche per gli stessi agenti”, ha detto Davide Pedretti, responsabile del nucleo di polizia giudiziaria della locale, “per questo ora si cercano prevalentemente i luoghi di stoccaggio, di solito in mano ai senegalesi”. Nel corso di quest’anno già otto sono le operazioni di sequestro di merce contraffatta e cinque quelle riguardanti materiale masterizzato, l’anno scorso erano state rispettivamente cinque e una.

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