Caccia, “class action contro la Regione”

E' coordinata dalla Lac in base all’art. 15 della legge nazionale n.157 del 1992, che prevede un indennizzo economico per i proprietari dei terreni su cui si spara".

(red.) Una class action contro la Regione Lombardia colpevole, secondo la Lega Abolizione della Caccia, di non aver mai versato ai proprietari dei terreni in cui è concessa la caccia un “canone venatorio”.
“Nell’imminenza dell’apertura della caccia per il 18 settembre”, spiega una nota della Lac Lombardia, “fervono gli ultimi preparativi per la manifestazione nazionale in difesa della fauna, prevista per sabato a Torino. Intanto però i proprietari di terreni lombardi ove si svolge la caccia vantano un credito nei confronti della Regione Lombardia di  89milioni e 390mila euro solo per il 2011. Regione Lombardia (insieme a tutte le altre), infatti, ha mai dato attuazione all’art. 15 della legge nazionale n.157 del 1992, sulla disciplina della caccia secondo cui è “dovuto ai proprietari o conduttori un contributo da determinarsi a cura della amministrazione regionale in relazione alla estensione, alle condizioni agronomiche, alle misure dirette alla tutela e alla valorizzazione dell’ambiente” ; una spesa a cui si deve far fronte con la tassa di concessione venatoria regionale.
Secondo l’assocciazione ambientalista la legge dello Stato prevede che se si vuole cacciare sui terreni altrui, che sono gravati da una “servitù venatoria”, deve essere corrisposta dalle Regioni una indennità a tutti i proprietari. “Se si considera un’indennità medio-bassa di 70 euro all’anno per ettaro (pari a 0,007 al mq, una cifra irrisoria), moltiplicati per gli ettari ove sui svolge la caccia (un milione e 277mila), si scopre che Regione Lombardia avrebbe dovuto pagare ai proprietari dei terreni, per l’anno 2011, ben 89 milioni 390mila euro. Se si considera ancora che nulla è stato pagato, gli arretrati di 10 anni ammontano a oltre 890 milioni di euro, oltre interessi, solo per la Lombardia”.
Se questa interpretazione legislatiova fosse vera, quindi, “i cacciatori, se intendono continuare ad andare a caccia, dovranno sborsare a loro volta le somme dovute ai proprietari, pagando alle regioni salatissime tasse di concessione e non l’importo assolutamente irrisorio di 64 euro circa all’anno. La Lega per l’Abolizione della Caccia ha iniziato a raccogliere le adesioni dei proprietari e dei conduttori dei fondi (compresi nell’80% del territorio agro-silvo-pastorale) ove si svolge la caccia, per una class-action civile nell’interesse di proprietari e conduttori di terreni contro tutte le Regioni per ottenere il pagamento del “canone venatorio” per il 2011 e per 10 anni arretrati”.
“La Lombardia”, conclude il comunicato, “dovrebbe essere la prima realtà territoriale ove sperimentare la nuova class-action, attraverso uno studio legale di fiducia della Lega Abolizione Caccia, incaricato di patrocinare in un fronte comune tutti i proprietari e i conduttori dei fondi rurali ove si svolge la caccia, che dovrebbero reclamare il canone 2011 non corrisposto, gli anni arretrati e relativi interessi. In sostanza i cacciatori italiani, dal 1992, vanno a caccia gratis su 18 milioni di ettari di terreni rurali altrui, quando invece le Regioni avrebbero dovuto pagare milioni di euro ogni anno ai proprietari dei terreni, tassando i cacciatori. La Lega Abolizione per la Caccia chiede la immediata sospensione di ogni attività venatoria fintanto che non saranno corrisposte a proprietari e conduttori dei fondi agro-silvo-pastorali le somme dovute per legge (nell’ordine di centinaia di milioni di euro)”.

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