Brescia, gli imprenditori stranieri sfiorano quota 14mila

La pandemia non frena l’iniziativa imprenditoriale straniera nel bresciano. Rispetto al periodo pre-Covid la crescita è stata del 7.1%.

(red.) La pandemia non frena l’iniziativa imprenditoriale straniera: le imprese guidate da immigrati iscritte nel Registro Imprese della Camera di Commercio di Brescia crescono rispetto al periodo pre-covid del 7,1% attestandosi a fine giugno del 2021 a quota 13.979 e contando più di 30.200 addetti.

E’ quanto emerge da una recente analisi del Servizio Studi della Camera di Commercio di Brescia su dati del Registro Imprese.

“Dai dati del Registro Imprese al  2° trimestre del 2021” commenta il Presidente della Camera di Commercio, Roberto Saccone, “risulta che l’emergenza sanitaria non ha frenato l’iniziativa imprenditoriale straniera che, anzi, è cresciuta del 7,1%, confermandosi ormai parte strutturale dell’imprenditoria bresciana, con una quota pari all’11,8% del totale. Ciò è testimonianza del fatto che la vivacità economica del nostro territorio offre numerose opportunità di business anche all’universo multietnico presente nella provincia di Brescia”.

imprese straniere

Il fenomeno dell’imprenditoria straniera rappresenta, ormai, una parte strutturalmente significativa del tessuto imprenditoriale bresciano con una quota che si è stabilmente attestata all’11,8% del totale delle imprese registrate. E’ il risultato della continua vitalità imprenditoriale dei cittadini di nazionalità straniera che ha caratterizzato gli ultimi anni. Negli ultimi cinque anni spicca l’andamento positivo delle imprese straniere che sono cresciute del 5,4% contrariamente al totale delle imprese che, invece, sono diminuite dello 0,8%.

La quota più rilevante si conferma quella costituita da imprese di origine extra UE (nell’82,6% di queste aziende il controllo è esercitato da soggetti di nazionalità non comunitaria) che è anche la componente più dinamica cresciuta rispetto al periodo pre-pandemico del 7,7% e del 5,2% negli ultimi cinque anni.

L’importanza della partecipazione degli stranieri nel tessuto imprenditoriale bresciano è evidente anche nel confronto territoriale. Brescia si colloca in quinta posizione a livello lombardo per incidenza delle imprese straniere sul totale ed al 31esimo posto su scala nazionale.

Le attività esercitate prevalentemente dalle imprese straniere sono: i lavori di costruzione specializzati (2.396 imprese pari al 17,1% delle imprese straniere), nell’ambito di tale comparto svolgono lavori di completamento e finitura edifici, di rivestimento di pavimenti e di muri, di tinteggiatura e posa in opera di vetri e di intonacatura.

Segue il commercio al dettaglio che conta 2.323 unità (il 16,6% del totale). Si tratta di commercio ambulante di prodotti tessili, abbigliamento e calzature e di commercio ambulante di altri prodotti, la ristorazione (1.550 imprese pari al 11,1% del totale straniero), il commercio all’ingrosso (755 imprese pari al 5,4% del totale) nel cui ambito si occupano prevalentemente di vendita all’ingrosso di abbigliamento e accessori, di giocattoli e di materiali da costruzione.

Rispetto al periodo pre-pandemico l’iniziativa imprenditoriale straniera è proseguita in tutti i settori di attività, in particolare nel settore delle costruzioni dove le imprese straniere che si occupano dei lavori di costruzione specializzati sono cresciute- nel confronto col 2° trimestre 2019- del 10,7% e quelle operanti nella costruzione di edifici dell’8,7%. Crescono anche le attività di ristorazione (+5,2%) e del commercio all’ingrosso (+4,7%).

La stragrande maggioranza sono imprese di piccole dimensioni: il 69,4% conta un solo addetto.
Più di sette imprese di stranieri su dieci (il 71,7% del totale) opera nella forma più semplice di impresa individuale, ma un consistente numero (il 18,7%) ha scelto la forma della società di capitale.

Relativamente ai Paesi d’origine, con riferimento alle sole imprese individuali le uniche per cui è possibile associare la nazionalità al titolare, le nazionalità più rappresentate si confermano la Romania (11,4%), il Pakistan (11,2%), Cina (10,2%), Marocco (9,4%) e Albania (9,0%).

I dati al 2° trimestre del 2021 riportano una crescita sopra la media, rispetto allo stesso periodo del 2019 (periodo pre – pandemico), dei titolari d’impresa di nazionalità albanese, indiana, nigeriana e pakistana. Crescono anche i titolari rumeni (+3,8%) che mantengono il primato, ma al di sotto della media (+6,0%). Stabile la rappresentanza cinese (+0,2%) che cede il passo all’iniziativa pakistana (+8,6%).

D’analisi delle nazionalità emergono dei cluster di specializzazione settoriale, per cui rumeni e albanesi, si confermano specializzati nei lavori di costruzioni.

La maggioranza degli imprenditori marocchini, senegalesi e nigeriani operano nel commercio al dettaglio ambulante. La ristorazione è la specializzazione degli egiziani.

Pakistani e indiani si confermano specializzati nelle attività di supporto alle imprese, quali i servizi di fotocopiatura e preparazione di documenti e disbrigo pratiche.

I cinesi operanti a Brescia si occupano prevalentemente di confezione di articoli di abbigliamento e di commercio al dettaglio. Restano anche attivi nella ristorazione (in particolare nella gestione di bar ed esercizi simili) e nei servizi per la persona (quali i servizi di parrucchieri e estetisti e i centri per il benessere fisico).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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