Brescia, sconto Tari: “misure insufficienti”

Confcommercio e Confesercenti lamentano una "scarsa attenzione" del Comune alle categorie colpite dalla pandemia.

(red.) “Misure insufficienti per commercianti ed imprese”. E’ l’affondo indirizzato a Palazzo Loggia da Confcommercio e Confesercenti Brescia che lamentano, in una lettera aperta indirizzata al sindaco Emilio Del Bono, all’assessore Fabio Capra e all’assessore Valter Muchetti, la natura  degli interventi messi in atto a favore delle utenze non domestiche sul tema Tari.

Nella missiva, i rispettivi presidenti Carlo Massoletti e Barbara Quaresmini sottolineano che “le imprese bresciane sono state costrette alla chiusura per 97 giorni nel 2020 e 40 giornate nel 2021 per quanto riguarda i negozi di commercio al dettaglio, mentre per i pubblici esercizi sono stati 114 i giorni di chiusura nel 2020 e ben 90 nel corso di quest’anno. Il Comune di Brescia ha deliberato un taglio per le attività commerciali della parte variabile della Tari 2021 del 60%, che significa uno sconto in bolletta, nella migliore delle ipotesi, intorno al 40%. Una cifra assolutamente non sufficiente per riconoscere gli sforzi e le spese improprie che hanno dovuto sostenere gli imprenditori e le loro famiglie nel tenere in vita le loro imprese”.

massoletti carlo Ascom

“Altre  amministrazioni comunali”, rimarcano Massoletti e  Quaresmini nel documento, “sono più disponibili ad aiutare le categorie più colpite  del commercio, del turismo e dei servizi rispetto al Comune di Brescia. Purtroppo,  è una tendenza che abbiamo già riscontrato e contestato nel 2020, quando  l’Amministrazione comunale ha deciso di scontare il 25% della parte variabile alle attività chiuse per il Decreto Rilancio”.

quaresmini barbara

I due presidenti delle associazioni categorie fanno un esempio “vicino a casa”: “Nel 2021 non è necessario andare molto distanti: a Darfo Boario Terme, l’Amministrazione comunale ha scontato il 100% della parte variabile ad  alberghi e pubblici esercizi, riconoscendo come queste siano state tra le categorie più  colpite”.

“A Brescia”, chiosano i numeri uno di Confcommercio e Confesercenti, “si preferisce destinare i fondi per i tagli della Tari verso altri enti e non  verso le attività economiche del terziario. Chiediamo con chiarezza se le imprese del  commercio, del turismo e dei servizi hanno rilevanza economica e sociale per  questa Amministrazione e, nel caso, quali saranno gli ulteriori concreti  provvedimenti conseguenti”.

Massoletti e Quaresmini lamentano anche le procedure per gli accertamenti Tari, “spesso mal condotti e con conclusioni non precise ed  affrettate, che sono continuati e continuano senza interruzioni dall’inizio del 2020, anche  durante i periodi di lockdown, andando a colpire gli imprenditori e le loro famiglie per alcune  decine di migliaia di euro, gettandoli nello sconforto e nella rabbia in un momento in cui  avrebbero, invece, bisogno di sentire la vicinanza dell’Amministrazione”.

 

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