Decreto Rilancio, “previsto poco per il settore siderurgico”

Lo ha affermato Enzo De Fusco, consulente del lavoro, tra i maggiori esperti in diritto del lavoro a livello nazionale.

(red.)  L’intera scelta strategica del Decreto Rilancio, la cui emanazione è attesa nelle prossime ore, «va verso la piccola e media impresa, con un fatturato cioè fino a 5 milioni di euro. Poco è previsto a sostegno della grande impresa e quindi per un settore industriale strategico per il Paese come il siderurgico». Lo ha affermato Enzo De Fusco, consulente del lavoro, socio fondatore di DE FUSCO & PARTNERS e tra i maggiori esperti in diritto del lavoro a livello nazionale, nel proprio intervento al webinar organizzato da siderweb “Decreto Rilancio: tutte le misure per le imprese dell’acciaio”, che si è tenuto questa mattina.

RISCHIO DELUSIONE PER LA GRANDE IMPRESA. Stando all’ultima bozza del Decreto, circolata a seguito del pre-Consiglio dei ministri di ieri sera in attesa del Consiglio previsto per la serata di oggi, sono principalmente due i provvedimenti disposti dal Governo per sostenere la ripresa del tessuto economico nella fase due della pandemia da COVID-19.

È previsto un trasferimento di fondi a Invitalia che disporrà uno stanziamento «che potrà essere di ristoro per le spese sanitarie delle imprese e che dovrebbe riconoscere un limite massimo – se ne sta ancora discutendo – di 100 mila euro» ha spiegato De Fusco. Una norma che «rischia di essere solo parzialmente utile alla grande impresa»: ci sono realtà, ha ricordato, che spendono diversi milioni di euro «per ottemperare alle disposizioni di protezione e tutela sui luoghi di lavoro» durante questa pandemia da COVID-19. In secondo luogo, è attesa «l’abolizione del saldo e acconto dell’Irap per le imprese che fatturano fino a 250 milioni di euro. Una nota positiva per molti gruppi, perché non bisogna dimostrare un calo di fatturato annuale» ha illustrato De Fusco. Viene esteso il divieto di licenziamento fino al 17 agosto, senza prevedere forme di sussidi per la classe dirigente.

Si è in attesa di conoscere il testo definitivo del Decreto, ma ad ora «il rischio delusione è molto alto. Sto scoprendo un certo disinteresse nel sostegno pubblico» per i grandi gruppi industriali, ha detto De Fusco. Ancora una volta, ha concluso, «la burocrazia si è rivelata straordinariamente forte». Finché non ci sarà uno snellimento delle procedure, «qualsiasi buona idea arriverà a destinazione quando l’imprenditore avrà già individuato altre strade per riuscire ad emergere» dalla situazione di criticità.

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