Valsabbina: Policy Etica su imprese armiere

La banca bresciana si dota di un documento che mette in chiaro i rapporti con le imprese che producono armamenti. Stop a operazioni con aziende "ambigue".

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(red.) Il Consiglio di Amministrazione di Banca Valsabbina ha approvato oggi l’adozione di una Policy Etica per la gestione dei rapporti con le aziende che operano nel settore degli armamenti. In particolare, Banca Valsabbina si impegna a non supportare operazioni bancarie e finanziarie con imprese che operano nella produzione, stoccaggio e commercializzazione di armi controverse.

La Policy Etica prevede anche l’esclusione di qualsiasi tipo di operazione bancaria e finanziaria legata a forniture di armamenti a quei Paesi nei cui confronti sia stato dichiarato l’embargo totale, o parziale, delle forniture belliche da parte delle Nazioni Unite o dell’Unione europea (UE), o i cui governi siano stati dichiarati responsabili di gravi violazioni delle convenzioni internazionali in materia di diritti umani, accertate dai competenti organi delle Nazioni Unite, dell’UE o del Consiglio d’Europa.

In tal senso, la Banca richiederà ai clienti una dichiarazione che le operazioni oggetto del rapporto bancario abbiano non solo tutte le autorizzazioni ministeriali, ma che siano anche in linea con i contenuti della Policy Etica sugli armamenti, ferma restando l’effettuazione delle comunicazioni che la legge prevede in favore degli organi pubblici.

Infine, il documento prevede che, sulla base delle informazioni pubbliche o disponibili, la Banca non intratterrà rapporti con soggetti implicati in attività illecite, in particolare connesse al traffico d’armi, al riciclaggio, al terrorismo, al contrabbando, al traffico di sostanze stupefacenti o psicotrope e, comunque, con soggetti privi dei necessari requisiti di serietà e affidabilità commerciale.

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