Stefana, appello a Prefettura e Broletto

Lo ha lanciato la Fim Cisl per sollecitare l'intervento delle istituzioni bresciane sulla difficile situazione in corso nell'azienda siderurgica.

stefana montirone(red.) “Denunciando la reticenza dell’azienda a dare risposte e a convocare l’incontro da noi più volte sollecitato, chiediamo al Prefetto e al Presidente della Provincia di avviare un tavolo istituzionale per fare chiarezza sulla situazione e individuare le necessarie soluzioni per la salvaguardia dell’occupazione”.
E’ il passaggio chiave del comunicato che la segreteria provinciale della Fim Cisl ha diffuso al termine di una giornata in cui tutte le preoccupazioni dei giorni scorsi sulle difficoltà del gruppo siderurgico Stefana S.p.A. di Brescia hanno trovato conferma. I metalmeccanici della Cisl hanno deciso di rivolgersi alle istituzioni “ritenendo l’azienda un interlocutore non affidabile” visti i comportamenti degli ultimi mesi.
Nella lettera inviata a Prefettura e Provincia, la Fim richiama “gli sviluppi negativi dalla situazione della Stefana S.p.A., in particolare la decisione del Consiglio di amministrazione di presentare domanda di ammissione alla procedura di concordato preventivo con riserva”, a cui si è aggiunto il blocco della erogazione della energia elettrica per il mancato pagamento delle forniture.
“Stefana è un’azienda del settore siderurgico – si legge ancora nel testo sindacale Cisl – che ha due unità produttive a Nave, una ad Ospitaletto e un’altra Montirone: complessivamente occupano 700 dipendenti. L’azienda ha subito pesantemente la crisi negli ultimi anni facendo ricorso in maniera massiccia ammortizzatori sociali: attualmente uno dei due stabilimenti di Nave e quello di Ospitaletto sono al quarto anno di utilizzo del Contratto di solidarietà (che scadrà il prossimo maggio); per il secondo stabilimento di Nave e per quello di Montirone il 31 dicembre scorso è scaduto il terzo anno di utilizzo del Contratto di solidarietà, al momento non ancora rinnovato”.

 

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